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Esclusiva – Sotgia: “Cagliari sfrutti mura amiche. Rossoblù, il mio rimpianto”

Originario di Oschiri (Sassari) e arrivato a disputare la Serie A da giocatore, l’ex Venezia Mariano Sotgia presenta per noi l’imminente match all’Unipol Domus: l’intervista esclusiva per CalcioCasteddu

(foto di copertina: Sotgia è il primo seduto a sinistra, accanto al compianto Enrico Cucchi, nel Ravenna 1993-94. Nei riquadri, con le maglie di Vicenza e Venezia)

PROFILO.

Mariano Sotgia è nato a Oschiri (Sassari) il 1° agosto 1969. Ala tornante dalla buona familiarità con il gol, è partito dalla Sardegna alla fine degli anni Ottanta per realizzare il sogno del professionismo. Dal Parma che sarebbe diventato grande di lì a poco alle esperienze in C con Suzzara, Rimini e Fano. Poi l’esplosione a Ravenna nella prima metà degli anni ’90 con due promozioni di fila dalla C2 alla B. Un autentico beniamino del club ravennate, i cui colori ha vestito per sette stagioni complessive: in mezzo l’assaggio della Serie A con il Vicenza di Guidolin – e la Coppa Italia vinta nel 1996-97 – poi il ritorno a Ravenna e di nuovo la massima categoria a Venezia (2000-01). Ha chiuso con Padova e Olbia, prima di spendere le ultime cartucce nella sua terra d’origine quindici anni fa.


Il Cagliari ha l’ambizione di risalire subito: il mercato estivo e le strategie della società mi lasciano fiducioso per un campionato di vertice. Liverani è un tecnico che mi piace e apprezzo il suo modo di mettere in campo la squadra. Con il tempo e la quadra giusta potrebbe dare soddisfazioni ai tifosi rossoblù. Il Venezia ha delle difficoltà nella tenuta difensiva: tante reti incassate finora e Javorcic dovrà sicuramente battere su questo punto, così da porsi obiettivi importanti. Altrimenti la vedo difficile per i lagunari“.

I rossoblù devono puntare a far valere al massimo l’aspetto casalingo, grazie all’apporto di una tifoseria appassionata – frangente che condivide con il Venezia –  in un campionato lungo e difficile come la cadetteria. Il Cagliari deve assestare maggiormente il reparto difensivo, per il resto non mi è dispiaciuto in questo avvio di stagione“.

Cagliari-Venezia vedrà una gara con i rossoblù all’attacco e i neroverdi desiderosi di colpire grazie alle ripartenze. Liverani e i suoi dovranno stare molto attenti a queste situazioni pericolose. Però va sottolineato che i padroni di casa dispongono di singoli di spessore, in grado di chiudere il match con le loro giocate“.

In vent’anni da professionista ci sono stati tre stati tre momenti in cui mi sono avvicinato al Cagliari. Ancora giovanissimo feci due provini e fui scelto, ma tenuto in standby in un periodo societario difficile: era il 1986. Fu così che, anche per una questione di vicinanza a casa, optai per Olbia. Da lì è poi partita la mia carriera. Poi due flebili accostamenti negli anni ’90, prima e dopo la sentenza Bosman: non andò in porto la trattativa per via dei parametri troppo alti e poi perché non si verificarono le condizioni giuste. Si trattava del mio sogno di bambino, quello di vestire la maglia del Cagliari. Si tratta dell’unico rimpianto della mia carriera“.

La mia esperienza al Venezia ha avuto due facce. La bellissima cavalcata del primo anno che ci portò in Serie A con Mister Prandelli e una grande soddisfazione per il sottoscritto, che fu un protagonista di quella squadra; l’anno seguente, in massima serie, mi infortunai. Si trattava di un calcio molto competitivo, non trovai spazio. Decisi così di andare via a gennaio, passando al Padova dove avevo già giocato. Non ebbi la possibilità di giocarmi tutte le mie carte anche in Serie A“.

Dopo aver concluso la carriera ho tentato anche io l’avventura come allenatore, tra Promozione, Prima e Seconda Categoria, provando anche a dare una mano al mio paese natale. Ora invece seguo il calcio esclusivamente come spettatore, in tv o dal vivo, divertendomi a seguire mio figlio che milita nei campionati dilettantistici“.

Racconto un aneddoto relativo alle mie due trasferte contro il Cagliari da giocatore, una con la maglia del Ravenna e una con il Venezia. Ogni volta, dal mio paese Oschiri, furono organizzati due pullman carichi di parenti e amici per venire a vedermi giocare. Più altre dieci-quindici autovetture! Durante la gestione rossoblù di Bruno Giorgi, il Cagliari venne a Oschiri per inaugurare il nuovo campo sportivo in erba naturale: c’è sempre stato qui un club di tifosi molto appassionati. Fui invitato insieme a una selezione locale per giocare quella partita, ma per impegni con la mia squadra non riuscii a partecipare“.

 

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