Il settore giovanile rossoblù da anni mostra di essere a livello delle big, ma i ragazzi faticano a trovare sbocchi
UN ALTRO. L’addio di Riccardo Ladinetti brucia non solo al giocatore. Il regista classe 2000 lascia il Cagliari dopo un’ottima trafila nel settore giovanile, ma dimostrando ancora una volta le croniche difficoltà del club nell’allevare i prodotti di casa. Un esordio promettente in prima squadra sotto la guida di Walter Zenga, poi il prestito all’Olbia e la rapida discesa nel dimenticatoio. Come lui tanti talenti della nidiata di Canzi: dal bomber Gagliano al fantasista Marigosu, da Biancu a Lella che finalmente sta ritrovando fiducia grazie a Liverani. Giocatori che in Primavera hanno sgomitato ad armi pari con alcune delle migliori promesse del calcio italiano, ma che non sono più riusciti a ritagliarsi uno spazio.
Emblematico il caso di Gagliano, attaccante di razza dal mancino fulminante, rimbalzato tra Brescia e Avellino come fosse un pacco per poi rientrare a Cagliari e non vedere il campo nemmeno quando le carte da giocare erano finite. Sarebbe servito più sostegno da parte del club sardo, o almeno più attenzione a dove veniva spostato un asset importante per il futuro. Resta poi l’interrogativo Olbia, diventato più un parcheggio che un trampolino di lancio verso i professionisti. I giovani hanno bisogno di crescere passo dopo passo e la Gallura può essere un ottimo primo step, ma non può trasformarsi in uno stagno per talenti inespressi. Ne va anche delle ambizioni dei bianchi che meritano di ambire al campionato cadetto, non di restare una “scuola per cadetti”. Ma forse il club di Marino questo lo ha già capito.
Ladinetti ha tutto il tempo per rifarsi una carriera brillante e risalire la china, d’altronde alla sua età molti giocatori di qualità navigavano in acque simili. Nomi come Cossu, Pavoletti, oppure Liverani che come lui uscì dalle giovanili rossoblù. Il potenziale c’è tutto, bisogna solo trovare il posto giusto dove coltivarlo. A Cagliari invece bisogna riflettere, perché il settore giovanile sta lavorando bene e non merita di vedere vanificato il lavoro di anni.