cropped-cropped-CC-11.png
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Il Cagliari visto da occhi attenti

Alessandro De Calò dedica la sua seguita rubrica sulla Gazzetta, “DecaTrend”, al club rossoblù. Una visione terza, con dati certi

Titola “La curiosa storia del Cagliari. Squadra in B, giocatori in A. Le considerazioni odierne di Alessandro De Calò, editorialista della Gazzetta dello sport, vanno lette con attenzione. “DecaTrend” è una rubrica senza paraocchi. Poi, ciascuno può condividere o contrastare. Ma quel che conta è ampliare e declinare il proprio pensiero sulla società del presidentissimo. Di certo, nel riannodare il filo degli eventi citati da De Calò l’amarezza di tutti gli sportivi sardi è abnorme. Buona lettura.

Il Cagliari è sprofondato in B, eppure i suoi giocatori vanno a ruba. È una storia curiosa, somiglia a quelle antiche del Milan o della Juve retrocesse, che perdevano i pezzi più pesanti scendendo tra i cadetti, come se i vari Collovati, Ibra o Thuram e Cannavaro fossero un peso dal quale liberarsi per poter risalire. È vero che allora i verdetti avevano a che fare con qualcosa di poco sportivo, ma l’effetto non è tanto diverso. Anche qui c’è una bella diaspora. Gente che va, si lancia in orbita e resta a galla. Cragno, per dire, numero uno nel giro azzurro, difenderà la porta del rampante Monza di Berlusconi dove è finito anche Carboni, giovane difensore di buone prospettive.

BELLANOVA.  Già punto fermo dell’Under 21, c’era la Juve, poi il terzino è finito all’Inter dove farà concorrenza a Dumfries (sempre che l’olandese rimanga) sulla corsia destra. Lykogiannis, il collega greco della sponda mancina, è stato cooptato nel Bologna di Mihajlovic da Giovanni Sartori, il direttore tecnico che, assieme al Gasp, ha costruito l’Atalanta degli ultimi anni.

MARIN. Centrocampista con buoni piedi, è finito all’Empoli – raggiungendo Vicario, ex vice di Cragno – per rilevare Asllani, approdato all’Inter come aiuto regista. Il Cholito Simeone, prestato al Verona, è stato riscattato dagli scaligeri ed è destinato al Napoli. Due pedine importanti come Nández e Rog sono in rampa di lancio. I vari Lovato, Dalbert e Strootmann, di passaggio in Sardegna, sono rientrati nelle loro basi (Atalanta, Inter, Marsiglia). L’ultimo nome, quello più pesante, libera tutti. Il capitano João Pedro – che in marzo Mancini aveva fatto debuttare in azzurro – si è sistemato a Istanbul, firmando un contratto di tre anni col Fenerbahçe dove potrà giocare in Champions, se la squadra di Jorge Jesus supererà i preliminari.

LA CADUTA. Il mercato racconta molte cose. Ci dice che la parte più rilevante dei protagonisti dell’ultima disastrosa stagione rossoblù ha trovato sistemazione in squadre di alta e media classifica, in Italia o all’estero. Non era la qualità dei giocatori, dunque, che mancava. Il problema, evidentemente, è un altro. C’è un dato su cui riflettere. Secondo una ricerca StageUp-Ipsos, risulta che il Cagliari sia l’ottava squadra italiana per numero di tifosi (524 mila). Davanti ci sono Juve, Inter, Milan, Napoli, Roma, Fiorentina, Lazio. Tutto il resto viene dopo. Mi fa impressione la perfetta corrispondenza tra il bacino di pubblico amico e il risultato sportivo. Fateci caso. Le prime quattro squadre, che attraggono più dell’80 per cento dei tifosi, sono qualificate per la prossima Champions.

Le altre tre seguono più o meno l’ordine: Roma e Lazio sono in Europa League, la Fiorentina è nei preliminari di Conference. Fin qui le prime sette. E l’ottava? Il Cagliari è arrivato diciottesimo in classifica, con la miseria di 30 punti in 34 partite. Dov’è l’anomalia? Da quando il club è stato acquistato, otto anni fa, dal gruppo industriale Fluorsid, presieduto da Tommaso Giulini, la squadra è scesa due volte in B ed è stata sempre coinvolta nella lotta salvezza. Soltanto con Maran in panchina, nell’andata del 2019-20, aveva staccato le ali da terra. Poi è arrivata la pandemia e non si è più ripresa.

LE SCELTE IN PANCHINA. Dal 2020 a oggi il Cagliari ha avuto sette allenatori. Manca uno sguardo alto sulla squadra che ha vinto lo storico scudetto con Gigi Riva, e che ha deliziato il pubblico col genio di campioni come Francescoli e Zola. Non c’è una visione all’altezza della storia. Fiorentina e Torino hanno fatto un balzo in avanti puntando sul “next” di Italiano e Juric. A Cagliari niente, il destino di squadra-ascensore (tra A e B) sembra segnato nonostante il numero dei tifosi e la spinta del popolo sardo alle spalle. Qualche giorno fa il club ha presentato il progetto del nuovo stadio. Super, da 30 mila posti. Dicono che sarà pronto per la stagione 2025-26. Vasto programma. Chissà se nel frattempo il Cagliari riuscirà a tornare in A. E non per fare la comparsa.

Subscribe
Notificami
guest

89 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Nove mesi dopo a Venezia finisce ancora 0-0. Pallino dei rossoblù, con l’uomo in più...

Una solida prova difensiva in dieci non basta per vincere a Bari. I pugliesi pareggiano...

L’1-0 sul Benevento, con un uomo in meno, dà fiducia e autostima: elementi chiave nella...

Dal Network

Il tecnico, prossimo avversario, è profilo gradito per la nuova stagione. Intanto il club...
La Roma ha spiegato le motivazioni per le quali bisognerebbe spostare il recupero della sfida...

Altre notizie

Calcio Casteddu