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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, ko immeritato a Marassi

Contro un Genoa a tratti imbarazzante, i rossoblù riescono a perderla. Un palo non basta. Sabato arriva il Verona

Se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede molto bene. Il pareggio sarebbe stato giusto. Ma il Cagliari che ci lascia le penne a Marassi, non deve mettere in gioco la sfortuna. Certo, se il palo di Joao non fosse stato palo, la storia sarebbe potuta cambiare. Ma con i se non si gioca in Serie A. La missione in terra ligure era partita da sei punti di vantaggio da difendere, meglio da ampliare. A condirli, la ferocia di una gara che non si poteva sbagliare. Genoa e Cagliari sarebbe stata giusta, e vergognosa, se si fosse chiusa sullo 0-0. La sconfitta rimette tutti nel calderone. Adesso, dalla Sampdoria in giù tutti ballano. Orribile passaggio in Liguria.

Chi vuole crocifiggere Mazzarri, si può accomodare. Ma sarebbe futile. La scelta di Keita Baldè? Utile per provare a giocare qualche pallone in più. Ma con Alexander Blessin che l’ha messa sulla fisicità, non ha pagato. Adesso, si suda freddo. Le partite dimiuniscono, gli scontri diretti sono in trasferta. E sabato c’è il Verona alle 15 alla Unipol Domus.

Volti noti. Il match si apre con Destro fuori, una sorpresa mica male. Blessin parte con Ekuban. Il Cagliari gioca con Ceppitelli al posto di Lovato, squalificato. La buona notizia? Nandez e Strootman che riappaiono in panca. Con Baselli, l’acquisto di gennaio che avrebbe dovuto sollevare l’asticella della qualità della manovra. Per il resto, scelte annunciate o quasi a partire dalla mediana a cinque e dal duo Keita-Joao Pedro. Fischietto al romano Paolo Valeri: 216 partite in A. Al Var Abisso. Si gioca. Il pallone pesa quindici chili. Per entrambe. Le squadre sono terrorizzate dall’idea di sbagliare. Calcio brutto e impaurito al Ferraris.

Per ritrovare un briciolo di manovra, geometrie di gioco e tecnica, meglio ripassare. Genoa-Cagliari si è aperta con palloni alti, stop che non esistono, lanci e spazzate quasi sempre alla cieca. La prima palla gol è del Genoa, a seguito di una cappellata di Dalbert. La sassata di Amiri esce di un soffio. Ma la formazione ligure è davvero molto lontana dal poter ambire alla permanenza in A. Poi, si vedrà. Il campo darà il responso a breve.

Un pareggio arido. Un orribile tamburellare da un’area all’altra. Povero di tecnica e idee di gioco. Un faccia a faccia tra disperati, peggio per i padroni di casa dietro di 6 lunghezze. Il Cagliari appena più ordinato, pronto a provarci in contropiede. Ma troppo attendista. Le punte sono troppo lontane da Sirigu per rendersi un filo pericolose. In sostanza, di palle sporche. Un tempo da dimenticare. Più o meno, uno scontro scannato che può valere il balzo in serie C. Mazzarri urla ai suoi di giocarla e salire. Ci riescono solo a strappi. Ma è complicato, anche se si hanno nelle gambe e in testa, i buoni umori della vittoria sul Sassuolo, mettere in pulito che schizza come un piattello. Sui singoli, poche storie. Si combatte ovunque.

Cragno? Attento in avvio su Portanova. Ma la qualità della gara è davvero modesta. La palla scotta ed è comprensibile. Il Cagliari ha due risultati a disposizione. La situazione rimane delicata. Servirebbe coraggio e mentalità propositiva. Ma mancano i piedi buoni capaci di addomesticare e cucire le giocate. In  coda, potrebbe essere anche normale. Ma non lo è se hai un progetto, ambizioni, la forza finanziaria e le tradizioni utili per provarci. Ma in casa rossoblù è ormai inutile illudersi.

Badelj, uno dei peggiori, trafigge Cragno. La sagra del campanile e dell’agonismo è e rimane il dna della partita. Nessuno prova neppure a pensare, il pressing è continuo, si leva fiato e tempo agli avversari, la palla viene esplosa senza pietà: da chiedere il rimborso del biglietto. Se il Genoa ha segnato appena 24 reti (3 nella vittoria in rimonta alla Unipol Domus) in 33 gare. E ne ha vinto in casa una su sedici, una ragione c’è. E si vede. Il Cagliari che non riesce a battere Portanova e soci, davvero inguardabili, è davvero solo un filo superiore. Blessin inserisce Destro: 8 gol in 10 sfide contro il Cagliari. Ma la musica per i padroni di casa non cambia. Cambia e di molto per i Quattro mori nella prima vera azione del pomeriggio: palo di Jp (277 gettoni e 85 reti in Sardegna), abile nel lavorare e finalizzare una buona ripartenza.

Grassi e soci sono attenti. Buon segno. Poi, c’è l’occasione Keita-JP10-Marin: Cagliari a un filo dal vantaggio. La nota lieta? Complessivamente, Joao è tra i pochi a brillare. Poi, il Genoa accelera. Ma Cragno non corre rischi. Ecco Pavoletti. Poi, a un quarto d’ora dalla fine, Rog (cento in A). Minutaggio importante per il croato, reduce dal doppio crociato e un anno e mezzo di distanza dal campo. A nove minuti  dalla fine riappare Nandez (assente dal 19 gennaio), al suo fianco Walukiewicz: ben ritrovati. Poi, una manciata di minuti e la doccia è gelida. Dopo un batti e ribatti, Badelj trova lo spigolo giusto. Il Genoa vince 1-0, Marassi salta per aria. La salvezza diventa caldissima: il 5 maggio alle 18 si gioca Salernitana-Venezia. Un dramma.

Notarelle

La brigata sarda. In settecento al Ferraris. Sono arrivati in aereo, nave, treno, anche in autostop come è accaduto a due ragazzi che lavorano in albergo nel veronese e hanno perso la coincidenza a Milano. Tutti sul pezzo. Perché il Cagliari va accompagnato, specie quando si soffre.

Lutto devastante. Se ne è andata la signora Edda, mamma di Walter Mazzarri. Per i testacoda tra vita e sport, o qualsiasi attività umana, bisogna farsi trovare pronti. Sempre. Il tecnico che rivede il film della propria esistenza, lo mette a fuoco nel dramma di emozioni, lacrime e dolore, non deve aver passato momenti facili. Alla vigilia di un match da 6 punti, con la squadra da riannodare causa infortuni, cali di forma, caratteristiche e assenze. Condoglianze, mister.

 

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