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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, buon pareggio a Empoli

Al Castellani prosegue la striscia positiva dei rossoblù. Cuore e coraggio premiano Walter Mazzarri. Squadra terzultima con il Venezia

Un punto prezioso, mattoncino molto utile per classifica, autostima, convinzione nei propri mezzi. Il Cagliari, propositivo e determinato nel secondo tempo, coglie fuori casa il terzo risultato utile di fila, dopo Fiorentina e Atalanta. Costringe al pari l’Empoli al “Castellani” e riaggancia il Venezia a quota 21, terzultimo posto. Un colpo in rimonta. Bene. Ma stavolta si ha una certezza tecnica e tattica: in emergenza si può modificare l’assetto e la deriva. Il match si chiude con la formazione di Mazzarri che vanta il 54 per cento di possesso, 17 tiri contro 14, per entrambe 4 nello specchio, il 74 per cento di passaggi a buon fine contro il 68 dei toscani. “Con l’Empoli più difficile che con l’Atalanta le sagge parole di Mazzarri alla vigilia. Insomma, la cena a Su cumbidu di giovedì scorso, nata per sorridere e ricompattare il gruppo, è andata bene.

UN TEMPO POCO BRILLANTE. Ritmo molto alto da subito. Il Cagliari mostra fiducia e idee chiare, il peggio – mentale e fisico: “La squadra corre meglio, prima si spegneva dopo un’ora” ha detto Pierpaolo Bisoli alla web-tv di calciocasteddu – pare passato. L’Empoli, sorpresa iniziale della A un po’ appannata, mostra la serenità di chi vanta 30 punti. I rossoblù ne hanno 10 in meno. Ma, nel primo quarto d’ora, non si vedono. La squadra di Andreazzoli non vince dal 12 dicembre. I rossoblù, in maglia bianca, hanno appena sbancato Bergamo. Umori diversi. Ma non c’è nulla di facile. Anzi. Basti accennare al colpaccio del Venezia che si è presa i 3 punti nell’anticipo in trasferta con il Torino, campo tosto con Juric che doveva ancora ingoiare il ko con l’Udinese. Eppure, il team di Zanetti si è imposto 2-1 – polemiche sul gol del 2-2 annullato per off side di Pobega a Belotti al 90’ – e ha ricacciato al terzultimo posto Joao Pedro e soci. Partire bene non è sufficiente.

PASSIONE ROSSOBLU’. La gara si apre bene: giallo a Stojanovic, fallo su JP10. I circa trecento supporter sardi sono sul pezzo. Cori e incitamento senza sosta. Al “Castellani” compare lo striscione “Cagliari club Lykogiannis-Morandi”: la spinta arriva dai tifosi del Dopolavoro ferroviario di viale La Playa. Suerte. La sensazione è positiva. L’acclamata riconferma di Pereiro accanto al rientrante da squalifica Joao Pedro. Baselli e in panca, Dalbert in campo. Andreazzoli risponde con la coppia Cutrone-Pinamonti. Da una porta all’altra, due portieri dal futuro incerto: Vicario e Cragno. La prima parata del match è del numero 28 rossoblù su sinistro di Parisi. Tatticamente Dalbert e Pereiro si alternano nel ronzare a rimorchio di JP10. Mossa che permette imprevedibilità e, almeno in avvio, gli inserimenti di Marini e Grassi, ripulitori di palloni e addetti al filtraggio. La squadra è aggressiva, Mazzarri l’ha messa sul partire a tavoletta. Il messaggio è passato.

Dietro Lovato, Goldaniga e il baby Obert tengono botta. In panca anche il baby prodigio Carboni. L’arbitro Dionisi (L’Aquila) si stira dopo un quarto d’ora. Fischietto al quarto uomo, Valerio Marini. La partita è bloccata. Entrambe manovrano bene e con sicurezza in mezzo. Ma si fatica a concludere. Al 26’ chiede il cambio Lovato: fastidi muscolari, pessimo colpo. Altare (’98) in campo. Poi, è Cragno che offre un brivido: controllo sbagliato e palla recuperata con coraggio, Non bene. L’Empoli cresce per copertura del campo, pressione e personalità. Zurkowsky, Parisi e Bajrami, su errore di Obert, ci provano. Marin sbaglia il tocco, Bajrami firma un coast to coast, serve Pinamonti: stop e controllo, sinistro chirurgico, 1-0. L’Empoli prende coraggio e tiene il pallino. Il Cagliari sbanda, riparte male e con poca lucidità. In avanti, poco e nulla. Pereiro, bomber mattatore con la Dea? Non pervenuto. Al di sotto anche dei soliti standard anche Dalbert, Bellanova e Grassi. La ragnatela dei padroni di casa è solida, le ripartenze sono al curaro. Nei 7’ di recupero Bajrami impegna Cragno, non perfetto, corner. A seguire, su palla persa da Lykoggianis il Cagliari rischia il 2-0 su tiro di Pinamonti “parato” da Bandinelli. Lo svantaggio parziale non è casuale.

LA MOSSA GIUSTA. Primo squillo al 5’, Pereiro dal limite, alto. L’uruguagio ci riprova, Vicario devia in angolo. Entrano Baselli (226 gare in A, 190 a Torino) e Ceppitelli (142 gettoni e 7 reti con il Cagliari), escono Lykogiannis e Obert. Goldaniga tocca con il braccio in area, il var fa giocare: era in fuorigioco Pinamonti. Cragno esce e para su Bandinelli. Un mezzo miracolo su leggerezza della difesa. Il match diventa nervoso e fisico. “Giallo” per Marin. La squadra di Mazzarri recupera le corsie esterne. Vicario – un lettore scrive:  “che errore averlo dato!” – si esalta su sassata di Altare. Andreazzoli piazza Benassi per Bandinelli, tra i migliori.

Ecco Keità Balde e Pavoletti per Bellanova e Marin. Fuori un esterno e una mezzala, dentro due punte. Il Cagliari gioca gli ultimi 12’ con due centravanti e due mezze puntea rimorchio. Una scelta a metà tra coraggio e disperazione. “Tutti dentro” urla Mazzarri. La mossa è giusta: Baselli tira, Stojanovic salva sulla linea. Poi, a tre metri da Vicario, Pavoloso la pareggia con una zampata di piede: quinta rete in stagione, e la testa, pezzo forte della casa, non centra nulla. Ancora Pavoletti spizza e sfiora il palo: l’ingresso del bomber marinaio è ottimo. L’Empoli soffre. Ai titoli di coda ecco Verre e Ismaili per Zukowsky e Bajrami. Si lotta palla su palla. Finisce 1-1. Adesso, testa al Napoli.

NOTARELLE.
Parma. Spezia, Spal, Genoa e Salernitana: tra il campionato scorso e quello attuale hanno cambiato proprietà. Sta per farlo anche la Samp, ci sarebbero due cordate in ballo. Si vedrà. Però una riflessione va fatta: il calcio di Serie A, pur indebitato fino al collo, tra mille difficoltà e la necessità di un cambio di passo, tira ancora. Proprio oggi una documentata e rigorosa inchiesta di Repubblica mette a nudo un sistema malato da un pezzo. Che ha avuto dalla pandemia il colpo di grazia. Però, pur senza pubblico e merchandising, gli ingaggi sono cresciuti e non certo per colpa di chissà chi. E i presidenti hanno fatto saltare l’ennesimo presidente di Lega (otto tra commissari e numeri uno nell’ultimo decennio). E sono l’uno contro l’altro nel cercare un successore. Non solo.

Si sono messi contro anche Gabriele Gravina, nonostante il presidente della Federcalcio si sia messo in gioco con il Governo a caccia dei ristori. “Con gli stipendi che diamo è difficile che possiamo fare pena al Paese e ai suoi amministratori” l’onesta disamina dell’amministratore delegato del Milan, Paolo Scaroni. Eppure, i diritti tv, anche se in calo, fanno gola. Così come la gestione del potere, diretto e indiretto. Il calcio ha aiutato e aiuta a nascondere o diluire nel tempo anche qualche magagna, spesso nota, industriale, amministrativa, politica e non solo. Discorso analogo sui magheggi e gli artifici finanziari: ci sono due Procure che indagano sulle bufale da plusvalenze. Si vedrà. Ma un aspetto è chiaro: servono patron e manager di comprovata capacità. Meglio se hanno soldi per ricapitalizzare e andare oltre l’Indice di liquidità. Ma non solo. Voltare pagina e vendere non significa buttare il club nelle mani del primo sceicco che passa, né a qualsiasi Fondo pronto a speculare. Però, ovunque la musica può cambiare. E non c’è da preoccuparsi più di tanto.

Forza, Roberto! Il Cagliari lo ha licenziato. Dopo una ventina d’anni al servizio del club. Ufficio e conferenze stampa, moderazione, interprete all’arrivo dei giocatori stranieri, idee, redazione e confezionamento di giornali e house-organ. “CuoreRossoblù” ad esempio. Roberto Montesi paga caro un solo fatto: aver dato il massimo per il club, anche quando quelli che oggi gli indicano la porta non sapevano neppure cosa significasse parlare di calcio. Onesto, mai fuori dalle righe, competente, negli ultimi dodici mesi, nonostante un contratto a tempo indeterminato, gli han proposto di tutto: tempo determinato, trasferimenti, al ribasso, scivoli e cose simili. Lui ha detto no. Con il supporto di Assostampa, Gus e Ussi tiene botta. Adesso, come diceva il mugnaio all’imperatore Federico II, “ci sarà pure un giudice a Berlino!”. Sì, un giudice che, oltre al buon senso e al rispetto delle norme, specie se si tratta di un cronista, stabilisca il rispetto della professione e delle persone. Cosa che al Cagliari pare sempre in salita.

 

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