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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, 3-1 al Cittadella in Coppa Italia: ottavi col Sassuolo

La vittoria con il passaggio del turno eve essere utile per il match con l’Udinese. La Nord contesta la presidenza

Una vittoria che si spera possa servire anche a evitare la retrocessione. Un tassello utile per rialzare la testa e riscattare una delle peggiori partite dell’era Giulini, quella del poker dell’Inter a Milano. Il 3-1 rifilato al Cittadella vale gli ottavi di Coppa Italia. Il Cagliari trova il Sassuolo. Intanto, testa all’Udinese, sabato sera sempre in casa. Con la squadra di Edoardo Gorini, frizzante formazione settima in B, si lavora per il futuro. Per il Cagliari il momento è da incubo. Mazzarri lascia in tribuna Godin e Keita Baldè. Tiene in panca Cragno, Bellanova, Caceres, Dalbert, Grassi, Marin, Joao Pedro e Pavoletti. Giocano dal via Radunovic, Altare, Carboni, Obert, Zappa, Kourfalidis, Oliva, Deiola, Lykogiannis, Ceter e Pereiro. Gli ospiti, reduci da sette risultati positivi di fila, sono a -7 dal Pisa capolista e navigano in zona play-off. Dopo la Coppa trovano il Brescia.

La partita? Da cadetteria, a essere generosi. Il Cittadella corre, pressa, combatte. La fisicità e la pressione hanno un ruolo chiave. L’idea di Gorini? Aprire la difesa rossoblù, tenere ritmi alti, andare a recuperare seconde palle. L’opera riesce a metà. In avvio Cagliari soffre ma regge. Poi, passa in vantaggio, raddoppia e triplica il bottino. Il Cittadella accorcia con un supergol. JP10 colpisce il palo. La vittoria? Può essere un balsamo importante nella sfida da dentro o fuori con l’Udinese. Il passaggio del turno può dare sensazioni positive da trasformare in corsa e calcio robusto, magari non bello, contro Pussetto e compagni. I 3 punti in palio sabato hanno un peso specifico mostruoso. Con i friulani sarebbe drammatico toppare.

Contestazione a tutto tondo. “Presidente incompetente” canta la Nord. “Ma quando te ne vai” è la seconda strofa. “Giulini, Giulini vaffa…” è un’altra simile chiudono il cerchio. Mala tempora in casa Cagliari. La battosta di San Siro, partita non giocata, quasi regalata, senza botte , un cartellino, rabbia e voglia di non farsi umiliare, ha lasciato il segno. “Mai vista una cosa del genere. Ma l’Ufficio inchieste cosa fa? L‘Inter avrebbe vinto comunque ma così è stato davvero imbarazzante, soprattutto per noi tifosi“. Un altro aggiunge: “Magari il presidente sarà uscito dallo stadio con le pacche della dirigenza interista: sono andati in testa e hanno lasciato dietro il Milan senza neanche sudare. Vergogna!” Che poi la formazione di Inzaghi, campione d’Italia, abbia mezzi, organico, ambizioni e dirigenti di un altro pianeta, è un altro aspetto della faccenda. Però, c’è modo e modo di perdere. Ecco perché l’umuliazione del torello di Brozovic e soci deve diventare una spina nel fianco del gruppo. Fin da sabato con l’Udinese.

Al Meazza il gruppo ha rimarcato quanto sia stato messo su alla belle e meglio, con doppioni, figurine vintage, a fine corsa, acciaccate e senza grandi motivazioni. Sarà un caso che Cragno sia stato preso a pallonate (15). Sarà una coincidenza se tra gli acquisti top – così li ha definiti a inizio stagione il presidente rosssoblù – Keita Baldè, Caceres e Dalbert abbiano rimediato pagelle tra il 4 e il 5 dai principali osservatori? Insomma, la riflessione riporta sempre al punto di partenza: il mercato è stato l’ennesimo flop. Eppure, dalla salvezza miracolosa con Semplici una lezione andava tratta. Niente di tutto questo. Così sono rientrati alle rispettive basi Sottil, Ounas, Duncan ed è stata buttata via con spregio la carta Nainggolan: sicuri che una mano, al netto della vita sregolata, Radja a questa squadra non l’avrebbe data?

Conferme e sorprese. Sui singoli, sottolineatura per Pereiro e Ceter: l’uruguaiano va sempre a ritmi che in A trovano poco spazio. E ci sarebbe da capire se si trova meglio da falso nueve, da trequartista, da interno che parte largo ed è libero di accentrarsi. L’attaccante sudamericano mostra agonismo e posizione, si sbatte ma la tecnica è da affinare. Merita un cenno anche Oliva: il play ammuffisce in panca, ma il suo apporto non ha mai avuto serie opportunità nella girandola di nomi che si sono guadagnati il penultimo posto in classifica in compagnia del Genoa. Di certo, buone cose da Deiola e Lykogiannis, ha fatto bene Zappa, Carboni ha confermato quel che potrà essere, il baby Kourfalidis ha i mezzi e dirà la sua, così come il giovane Desogus, subentrato a Lykogiannis nella ripresa. Ma un conto è il Cittadella, un altro la serie superiore. D’altronde, se non ci possono giocare tutti, una ragione deve pur esserci.

La serie A e la serie B. Pronti via e Deiola, di testa, su una gran palla di Zappa, la sblocca: 1-0. Il Cagliari raddoppia con Ceter, tap in su parata incerta di Maniero che non blocca il tiro di Deiola. Il match è altalenante. A tratti, palleggio e possesso da entrambe le parti, quasi in fase di studio. Con accelerate repentine ma le conclusioni sono sporche o sbagliate. Il gioco è spezzettato, slegato, ricco di furia agonistica ma poco organico e con frequenti improvvisazioni. Calcio di Serie B, che talvolta ha più emozioni di quello della categoria superiore. Nel corso del secondo tempo Mazzarri richiama Carboni, Kourfalidis, Deiola, Ceter. Spazio a Joao Pedro, Grassi, Caceres e Dalbert. Intanto, il 3-0 lo mette a segno Pereiro: staffilata al volo di Lykogiannis, Maniero ha sapone nei guanti, l’uruguagio riprende la respinta e deposita in rete. A seguire, segnano Lykogiannis e Mazzocco, il Var annulla per fuorigioco. Ma rimane da cineteca il destro al volo da 30 metri di Donnarumma: palla all’incrocio, Radunovic di sale, 3-1.

Da almanacco. Il match entra nella storia: Maria Sole Ferrieri Caputi dirige Cagliari-Cittadella. L’arbitro (arbitra sona male) di Livorno è la prima donna in Italia a fischiare in una partita con una squadra di Serie A. Bella notizia. Originaria di Livorno, in un mondo che ha bisogno di non guardarsi troppo allo specchio ed spesso autoreferenziale, con cliché, retropensieri e stereotipi che hanno fatto abbondantemente il loro tempo, è un refolo di ottimismo. In bocca al lupo, Maria Sole. Che Cagliari e la Sardegna ti porti bene. Curiosità: al Var c’è Paolo Mazzoleni, lo scorso campionato protagonista nel pareggio di Napoli e nella vittoria di Benevento.

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