Una squadra costruita male, tre allenatori in pochi mesi, la mancanza di un filo logico: la Serie A diventa così una sofferenza continua
Andare a cercare tutte le mosse sbagliate nel mettere in piedi quest’altra stagione è forse essere un po’ ripetitivi. La successione di tre allenatori, piuttosto diversi tra loro, nell’arco di pochi mesi, certifica che il famoso progetto della società è totalmente naufragato.
Le buone intenzioni purtroppo non sono bastate, ma c’è un punto che va messo bene in evidenza: l’assenza di un’idea precisa su come costruire la squadra. Troppe ambiguità, troppe falle in organico, occasioni last minute che lasciano il tempo che trovano e cessioni mancate hanno portato a mettere su un gruppo figlio di troppa improvvisazione. Affidare le chiavi del centrocampo a un giocatore come Strootman, seppur dal passato glorioso ma dal presente tutt’altro che rassicurante, è stato un azzardo non indifferente. Sembra strano, quasi incredibile, ma da quando la società si è ‘liberata’ del tanto discusso Cigarini, il Cagliari non ha più trovato un faro che potesse mettere perlomeno ordine a un gioco decisamente approssimativo.
Ecco, l’assenza di un vero metronomo è una delle criticità di questa squadra, forse la più grave. Almeno fino a gennaio, però, la squadra non sarà modificabile. Con l’arrivo di Mazzarri servono ora certezze, punti fermi. Ma i tre sistemi di gioco messi in campo in tre gare dal tecnico livornese non aiutano. Tutt’altro. Serve riportare la calma, riappropriarsi di una consapevolezza di squadra e guardare avanti senza paura. Non si ripetano gli errori del recente passato: il tecnico subentrato porti anzitutto serenità all’ambiente. Il campionato è appena iniziato, c’è tutto il tempo per rimediare a una classifica che comunque non va presa sottogamba. Le difficoltà ci sono, sono tante, ma non insormontabili.