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Il dribbling di… Mario Frongia. Cagliari: il bicchiere mezzo vuoto

Le analisi da applausi e cotillons ben vengano ma fotografano l’esistente. Visti i risultati, critica e confronto onesto possono essere più utili

Proviamo a capire meglio. Perché su alcune cose si può transigere, su altre mai. Ad esempio, le allusioni alle convenienze. 1) Come per fortuna la gran parte di voi ha colto, mai mi sognerei di pensare a “incitare” rivolte contro chicchessia. Si chiama cronaca e riguarda, solitamente, i potenti. Che hanno, appunto, potere, economico, finanziario, politico: figuriamoci che brivido avere un mio pezzo contro! Quasi sempre se ne possono infischiare. Il Toro e Cairo, come magari l’articolo sull’agenzia Quadratum messa su dal Cagliari o le vicende giudiziarie della Fluorsid, sono storie attuali. Che vanno oltre una partita di calcio e sono vicine agli interessi quotidiani di tanta più gente di quanta se ne possa immaginare, tifosi e residenti dalle parti di Macchiareddu inclusi. 2) Mai e poi mai penso a dividere i tifosi! Quanto si potrebbe essere più idioti nel farlo. Anzi, sono convinto che un tifoso avvertito possa solo avere passione e un sorriso duraturo nel proprio cuore solo se conosce più notizie possibili.

3) Ai tempi di Massimo Cellino (scrivevo per Gazzetta e Nuova Sardegna) sono stato querelato e tenuto fuori dalla sede di viale La Playa. In questo mestiere, capita. Si tiene duro, si studia, ci si prepara, si ha una rete di fonti affidabili. Altrimenti, si cambia strada. Poi, il presidente ha ritirato la querela, si è scusato, mi ha detto che avevo visto giusto, che spesso i miei pezzi lo facevano inc… ma aveva trovato spunti utili. Ci siamo riconciliati da un pezzo. Ma ognuno sta dalla propria parte. 4) Il patron attuale pensa di poter fare e disfare senza qualcuno che gliene chieda conto o lo infastidisca con domande scomode. Ce ne faremo una ragione. E questo non vuol dire che auspichi l’arrivo di sceicchi o magnati russi che si perderebbero in via Portoscalas ancora prima di sapere chi sono Carboni e Ladinetti. Ma a Parma e La Spezia è accaduto tre mesi fa.

5) Un conto è tifare, un altro leggere la metà piena del bicchiere, quella più facile. Penso più alla metà vuota, meno comoda da narrare. Talvolta si uniscono i puntini, anche con le deduzioni, altre no. Ma i fatti sono come i tappi di sughero tenuti a forza sotto l’acqua: prima o poi vengono a galla. 6) Tranquilli, appena ci sarà il vostro allenatore preferito che farà 48 punti, uno in più di Massimo Rastelli, record di quest’era presidenziale, citerò lui. Per adesso, gli almanacchi dicono chi c’era in panca e cos’ha fatto in quella stagione. E soprattutto, i piazzamenti del primo e dell’ultimo campionato. 7) Scrivo dell’Uomo solo al comando perché seguo dal suo arrivo le dinamiche decisionali del proprietario. Ci ho parlato a lungo, fatto trasferte, conferenze e interviste. So, almeno in parte, come ragiona e si comporta. Mi ha anche scritto un messaggio – tra i tanti che conservo gelosamente – in cui dice: “Sai bene chi tiene in mano il cerino”. Decide sempre tutto lui. Punto.

8) Pensavo di aver spiegato quali siano state le pesature e gli errori a cascata nella scelta di Di Francesco, che non ho certo difeso. Ma accanirsi su cose che non ha potuto gestire è ingiusto. Ripeto, sarebbe stato normale se si fosse  dimesso. Non l’ha fatto. Amen. 9) Semplici merita un monumento, e con lui Stefano Capozucca. Ma la vedo molto grigia per entrambi. Dopo lo 0-2 con il Verona erano a un filo dalla cacciata. E se non avesse vinto con il ParmaSant’Efisio ci/vi ha voluto davvero tanto bene: mia madre pregherà per me, i santi vanno lasciati dove sono! – sarebbe tornato Di Francesco, che era stato avvertito. Eppure, nonostante la salvezza da Nobel difficilmente Semplici sarà riconfermato. Cosa che, nel caso, andava fatta subito dopo la matematica permanenza in A. Mi pare non sia successo. Staremo a vedere.

10) Non ho la pretesa e non devo dare indicazioni. Basterebbe una filosofia societaria più trasparente, umile, con passi proporzionali alle proprie gambe. Sugli investimenti, e sugli introiti, quali di tasca e quali da diritti tv, saldo di Nainggolan e Astori, Barella e tutto il resto, è stato già scritto abbastanza. 11) Tirate in ballo stadio, settore giovanile e Trieste, addirittura Moi. Tutto vero. Ma si prende spunto dalle cose migliori o migliorabili, non dalle secchiate di acqua gelata. 12) Devo ripetermi: sono nato e vivo a Cagliari, solo un pazzo può andare contro la presenza della squadra locale in uno dei primi cinque tornei d’Europa. Ma chiunque può guardare alla luna e non al dito, quando gliela indicano.

13) La mia categoria, come tante, gode di alti e bassi per quanto riguarda la credibilità. Ognuno risponde di se stesso. Per cui, saltate i miei pezzi se non trovate i vostri convincimenti. Detto che basta riandare a cosa scrivevate in massa su presidente, allenatore e giocatori appena due mesi fa. Oppure, contestatemi nel merito. Ma sappiate che (a meno che non si viva nella Turchia di Erdogan o nella Bielorussia di Lukaschenko) ci sarà sempre qualcuno che dirà qualcosa che stimola una riflessione più approfondita. Che il più delle volte conviene cogliere, anche se mina  convinzioni e certezze.

Infine, un accenno. Anzi, due. Credo nel confronto e nelle contrapposizioni, anche aspre. Mi assumo le responsabilità di ciò che dico e scrivo, provo a documentarle. Ci metto faccia e firma, lo prevede la mia professione e in un mondo libero e democratico è la norma. Su CalcioCasteddu accade senza reciprocità: per cui va bene (anche con mille nickname diversi e con altrettanti pollici verso il basso – esprimere dissenso. Ma senza oltrepassare il limite. Chi insulta non migliora se stesso.

Secondo aspetto: “Sempre e per sempre” è un brano di Francesco De Gregori. Lo apprezziate o meno, dice qualcosa su valori e dettagli della vita, su scelte e convincimenti. Sui valori non transigo, sui dettagli si può essere tolleranti. Per cui “dalla stessa parte mi troverete”.

Ps: vi devo delle scuse. Su Despodov non ho scritto che il Cagliari dopo la sentenza, che deve dare  al bulgaro due stipendi arretrati, ha anche i diritti sul cartellino. Nulla di intenzionale: in quasi novemila battute, il rischio di refusi e dimenticanze è altissimo. Ringrazio comunque chi me l’ha fatto notare.

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