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IL DRIBBLING DI… MARIO FRONGIA. Cagliari, colpaccio a Crotone che vale oro

La vittoria sugli ultimi della classe riaccende la fiammella. Il duo Semplici/Capozucca debutta con 3 punti fondamentali per provare a salvare la categoria

La sfida tra terzultima e ultima, 27 punti in due. Calcio stressato, confuso, povero di idee, carico di paura. La Serie B è incubo che corre tra Sardegna e Calabria. Il Cagliari? Se la porta a casa e annoda il flebile filo che lo tiene in A. I rossoblù riattaccano la spina dopo sedici partite senza vittorie, peggior striscia di sempre. Il successo nasce dalla risposta precisa del gruppo. Concentrazione e lavoro minuto per minuto premiano i Quattro Mori. Leonardo Semplici non ha la bacchetta magica. Ha chiesto ai suoi responsabilità e professionalità.

Nel match riemerge fiducia e coraggio. Si comincia con Nàndez quinto a destra, Zappa fuori. Pavoletti centravanti, Simeone in tribuna. La novità? Duncan play e Nainggolan mezzala. L’ex Sassuolo e Fiorentina si piazza in regia, scommessa mica male. Sarebbe comunque impossibile andare a cercare la mano di Leonardo Semplici. L’abbraccio di fine gara tra l’allenatore con Stefano Capozucca sancisce un cambio di passo dello spogliatoio. Era ora. Cagliari pratico e solido, a ciascuno il proprio ruolo, la strada è segnata. Mercoledì arriva il Bologna alla Sardegna Arena. La seconda delle quindici finali evocate dal tecnico è fondamentale per provare a consolidare la rimonta.

TENSIONE E POCO CALCIO. Tre minuti e l’ex Ounas crea il vantaggio: Di Carmine arriva in ritardo di un niente su cross di Rispoli. Intanto, “giallo” per Ceppitelli, pestone su Vulic. Un minuto e Messias spara alto da buona posizione: due palle gol per i padroni di casa nei primi 3’. Poi, il Cagliari ci prova. Lykogiannis butta giù Ounas che parte a mille: “giallo” per il greco, squalificato mercoledì con il Bologna. La partita è spezzettata. Il piglio di Duncan pare quello giusto. Falli e trattenute, la palla pesa quindici chili. Ounas pare Messi. Nàndez e soci battono due angoli nei primi 25’. Ma Cordaz non compie una parata. Godin mette mestiere su Di Carmine. L’incontro rispecchia la classifica: tante mezze palle, stop sporchi, lanci fuori misure, ripartenze a strappi. Si intravede tanto cuore e animo. E personalità: quella di Godin. Latita una delle pedine più in forma e attese: Messias. La prima frazione si chiude senza emozioni.

DUE SCHIAFFI PER RIPRENDERE FIATO. Si riparte senza cambi. Il Crotone accelera, il Cagliari c’è. Ounas nasconde la palla a tutti. Nainggolan combatte ma la condizione non è ottimale. Il botto arriva al 10’: Pavoletti si “rispolvera” le spalle, gol di testa su bel cross di Lykogiannis. Un eurogol alla prima occasione. Cagliari in vantaggio. Tre minuti e arriva il raddoppio: Nàndez balla in area la macarena, tira, Cordaz respinge, Pavoletti si avventa e Magallan lo stende. Joào Pedro: 2-0. Doppio ceffone dopo un black out senza reti di 341’, dodicesima rete in stagione del brasiliano.  La squadra di Stroppa annaspa. Entrano Rezza e Simy per Rispoli e Di Carmine. Simeone e Deiola danno il cambio a Pavoletti e Duncan. Semplici (ripagato al top da Pavoloso) risponde subito ai cambi calabresi. Ounas colpisce il palo.

La partita si scalda. Rugani e soci lottano da squadra: buon segno. I rossoblù ritrovano autostima e coraggio. Poi, Lykogiannis, trattenuta su Ounas, becca il secondo cartellino e viene espulso da Fabbri. Cagliari in dieci, manca un quarto d’ora. Esce JP10 debutta Asamoah, assente dalla A dal 6 dicembre 2019. Semplici difende a cinque. Cragno non si fa mancare nulla, miracolo su punizione di Pereira. Giornata epica, anche per il clean sheet. Si apre una nuova finestra, il Toro quartultimo è a 2 punti, con una partita in meno. Dall’altra parte manca solo la matematica, per il Crotone l’aria è pesantissima.

NOTARELLE
1) Interessante l’acchito del tifoso sul salire o scendere dal carro a seconda della classifica. Faccio cronaca. Scrivo (senza pregiudizi, che vantaggi avrei? – quel che penso dell’attuale gestione fin dall’approdo al Cagliari della proprietà milanese. Facile trovare l’idea che mi sono fatto della filosofia del club consultando l’archivio dei DRIBBLING su CalcioCasteddu. Anche su Nuova Sardegna e Gazzetta dello sport si trova quel che dico sulle competenze societarie dal momento che ho seguito, faccio due esempi banali, la promessa farlocca di quattro giocatori di qualità fatta in un ristorante del Poetto a Zola e Casiraghi: sono arrivati Diakite, Husbauer, Cop, Gonzalez, Brkic, MPoku. E la B pochi mesi dopo. Non scordo neanche la cessione di Isla, Murru e Bruno Alves sostituiti da Miangue, Andreolli e Van der Wiel. Fatti, dunque.

2) Le critiche sono scomode ma sempre costruttive. Quando si sceglie di cacciare allenatori, diesse, preparatori atletici e avere figure senza esperienza in ruoli cardine di una società professionistica, sarebbe una colpa non notarlo. Sull’attenzione al denaro, poche storie: il preparatore atletico Fabio Esposito – Cronometro d’argento 2016 della categoria, cacciato per far posto a Santoni, Tibaudi e Caronti: annunciati con la fanfara e via dopo un solo campionato – ha ricevuto solo dopo anni di attesa e tanta insistenza il “suo” Tfr, poche migliaia di euro.

3) La memoria, devo ripetermi, per un tifoso può essere un optional. Per un cronista no. Sette anni, una retrocessione e solo salvezze stentate. meno che con Rastelli e Capozucca, vittoria della B e undicesimi da neopromossi in A. Fatta la media, un marasma e tanti proclami. Sarà un caso?

4) Le cessioni del dopo retrocessione, più i soldini di Astori e Nainggolan, (Avelar, Murru, Rossettini) hanno procurato utili. Dal 2014 i diritti tv hanno oscillato tra i 30 e 40 milioni a stagione. Amministrare bene, con competenza e professionisti accreditati, permette di stare in A e regala anche utili. Tra l’altro, nel giro di un anno solare, nonostante la pandemia (stadi vuoti, merchandising a secco, inserzionisti in fuga eccetera), hanno cambiato proprietà, solo in A, Spezia, Parma e Roma. Ovvero, un club del principale campionato italiano fa gola. Ma di certo Fondi, investitori e magnati non lo raccontano mattino e sera in piazza Yenne.

5) Personalmente, ma devo ripetermi, ritengo una sciagura la retrocessione. Lo dico da sardo prima che da cronista. Andava fatto meglio, dal progetto alla rosa, in partenza e in corso d’opera. Troppo facile sparare a zero su Di Francesco – andava salutato dopo il ko con il Benevento, ma guadagnava troppo… – e Carta. Hanno avuto le loro responsabilità. Ma è dalla testa che il pesce puzza.

CalcioCasteddu diffida (e si riserva di adire vie legali) chiunque nei propri commenti ingiuria, minaccia, diffama o ha comportamenti oltraggioso . Ci aspettiamo rispetto per il prossimo e la massima collaborazione!  Grazie. 

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