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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari: rischi e fatica anche contro l’Udinese. Sei giornate senza vittorie

Lykogiannias la sblocca, pareggia Lasagna poi il protagonista è il solito Cragno. Mercoledì la Roma all’Olimpico

In prospettiva (con la Roma da affrontare mercoledì all’Olimpico) un pareggio che non cambia l’insieme. Il Cagliari non riesce a vincere. In casa i 3 punti mancano dal 7 novembre, 2-0 sulla Sampdoria. Il 4-2-3-1 di Eusebio Di Francesco contro il 3-5-2 di Luca Gotti, a lungo vice in panca di Roberto Donadoni e poi di Gianfranco Zola. Gioco brioso e circospetto al tempo stesso, entrambe hanno un alto tasso di imprecisione nelle rifiniture. Ma l’1-1 vale il sorpasso del Benevento. Sì, dopo 13 gare le difficoltà in fase offensiva sono nitide. E un gol, il povero Cragno finisce per prenderlo. Intanto, riparte il ben orchestrato tormentone Nainggolan. Meglio stare con i piedi per terra.

PUNIGOL. Buon primo tempo, coriaceo e combattuto senza sconti. Il contropiede ben organizzato dei friulani, marchio della casa, mette pressione ai rossoblù. Il primo miracolo di Cragno arriva dopo due minuti: il fiesolano ribatte su Pussetto. Poi, ci prova Pereyra. Ma il Cagliari c’è. Nandez mette benzina. Si vede un bel calcio, prezioso Pavoletti, bene Rog (sulle tracce di De Paul) Sottil, un tantino in ombra alle prese con Stryger Larsen, e Godin (bentornato!), prezioso nel guidare il reparto e limitare Deulofeu. L’Udinese è solida, riparte a mille, ha una precisione chirurgica nell’innescare le punte. Intanto, si registrano i tentativi di Marin e Rog. Al 26′ la fiammata: Lykogiannis sigla l’1-0 su punizione da 30 metri.

La seconda bella pennellata stagionale del greco dopo quella sul Crotone, sospinge la squadra. Ma il Cagliari cerca Joao Pedro, il capitano non brilla. E gli ospiti reagiscono: 6 corner a favore nella prima mezz’ora. Il match è piacevole. Al 35′ brivido di Cragno: pressato sul rilancio scivola, ma Pussetto e Deulofeu non ne approfittano. I duelli salgono di tono, Piccinini di Forlì lascia correre. DiFra si gode il vantaggio. E i numeri: i suoi chiudono il primo tempo con il 57 per cento di possesso palla, 218 passaggi e 52,7 chilometri percorsi contro 43, 158 e 49,7 degli avversari.

LASAGNA COLPISCE. Nella ripresa l’Udinese parte a tappo: occasioni con Bonifazi (Godin spazza), Pusetto (palo sfiorato). Il secondo miracolo di Cragno arriva all’8′: destro di Deuolofeu, il portiere smanaccia. Nandez (fascia da moicano sulla fronte, dopo uno sconto aereo) risponde: serpentina e tiro, Musso devia. I friulani accelerano, il Cagliari deve cercare di chiuderla. Invece, al 12′ Lasagna, subentrato a Deulofeu, pareggia su Cragno in uscita. La risposta rossoblù è a salve. Il pallino è ospite. Di Francesco si prende la scena: Ceppitelli per Pavoletti. Dunque, cambio modulo, senza boa centrale. Intanto, l’Udinese manovra veloce e palla a terra. Becao su cross di De Paul (Rog in forte affanno) inzucca, alto. Doppia fiammata Lyko-JP10, Samir salva.

Piccinini è impreciso nelle valutazioni per gli uni e gli altri. Sacrosanto, invece, il giallo di Pereyra, fallo su Nandez e palla sparata in tribuna, ben gremita come da copione. Lo si intuisce anche dagli applausi copiosi per la chiamata di Simeone, in campo per Sottil. Gotti risponde con Mandragora e Nestorowski, per Pussetto e Pereyra. Tatticamente cambia poco. Al 38′ il Cholito ha una palla a centro area, Bonifazi non lo fa girare. Il Cagliari spinge, l’Udinese mostra scarsa lucidità. DiFra richiama Rog e Joao Pedro e inserisce Pereiro (prima presenza per l’uruguagio) e Oliva. Lykogiannis scarica il sinistro, a lato. Gotti inserisce De Maio e Ter Avest per Stryger Larsen e Bonifazi. De Paul è ancora da fantascienza: lancio millimetrico di rabona! Lasagna impensierisce Cragno, Carboni libera. Ma è Simeone, a 40 secondi dal tripli fischio, manca la semirovesciata su rovesciamento di fronte.

CHENT’ANNOS MENO UNO. Il docufilm sul centenario andato in onda su Sky è molto bello. Su queste pagine l’abbiamo presentato con entusiasmo, citando il team giornalistico e artistico a trazione sarda guidato da Davide Bucco. Poi, l’abbiamo visto. Pathos, storia, volti e storie: meraviglioso! Però colpisce che non sia neanche citato l’unico trofeo vero conquistato dal 2014 a oggi dal Cagliari: la vittoria (non la risalita) in seria A firmata dal gruppo guidato da Rastelli. Tenuto conto che il club è coproduttore di “Chent’annos” viene facile unire i puntini. Orribile.

CORSI E RICORSI STORICI. Lo scorso campionato in questo identico periodo il Cagliari di Rolando Maran aveva accumulato 11 punti in più. Alla vigilia il confronto è rimbalzato sul web. Con i lettori-abbonati che segnalano: se a Parma una partita che è si è rivelata costruita per prendere un punticino, l’avessero fatta Rastelli o Maran “li avrebbero aspettati all’aeroporto!”. Il passato. Il presente si srotola con il Covid che ha giocato una parte importante, tra sviluppo del progetto, crescita dell’organico e continuità di rendimento.  Poi, va anche detto che quel Cagliari era partito male – due sconfitte, Brescia e Inter in casa, per poi andare a mille.

Il resto, fa capo a un mercato di riparazione negativo (serviva un centrale, è arrivato Pereiro) al mancato sostegno dello staff tecnico, a partire dallo spogliatoio che appena ha sentito odore di sangue è mancato puntuale all’appello. E dal club ci sarebbe stato un no secco a un premio legato alla corsa verso l’Europa League, dato per quasi scontato quando le squadre viaggiano tra e prime otto d’Italia. Uomini contati, tra infortuni e squalifiche, deragliamento in campo e fuori – la vicenda Pavoletti-Cigarini con il centravanti che dopo una cena, alla vigilia del rientro, si rompe per la seconda volta il crociato -, un calo motivazionale collettivo.

La risposta? Via Maran, responsabile dell’inabissamento, ma anche del maestrale e del traffico in viale Marconi. Oggi, c’era da risalire la china. L’Udinese andava battuta. Con testa, cuore e gambe. Gotti ha costruito un bel giocattolo attorno a De Paul. Senza scordare, come segnala un lettore attento, che le vittorie del Cagliari con Crotone e Sampdoria sono nate con l’uomo in più per oltre un tempo. Il pareggio è giusto. Ma a recriminare sono i bianconeri, ieri in giallo. E ora al lavoro per la trasferta sulle sponde del Tevere.

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