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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. “Chent’annos”? Imperdibile!

Il secolo di vita del Cagliari: emozioni a colori e ricordi in bianco e nero per il pregiato docufilm sulla storia del club rossoblù in onda stasera su Sky

Davide Bucco ha sangue barbaricino nelle vene. Non a caso, tra le cose che ama  con le avventure e le rime di Gianni Rodari, adora il maialetto arrosto. Detta così, pare da slogan di un villaggio vacanze. La questione è semplice e opposta. Davide è tosto. Anche nel sognare, per sé e per gli altri. Idee di tifo e di calcio. Di quel gioco malefico e dopante che fa impazzire. Finte, tiri, stop e gol. Una medicina capace di rapire far sragionare, non avere pietà per formazioni e successi avversari, spesso ancora prima dei propri. Davide sa e mette in equilibrio. Doma pulsioni e amori per confezionare un docufilm avvincente che narra i cento anni della sua squadra del cuore. Sua e di milioni di sardi. Sparsi per il mondo, aggrappati a Gigi Riva e Gianfranco Zola. Dall’emozione facile, lacrime incluse, con ricordi, luoghi, persone e vicende da annodare. Pallonare, certo. Ma, soprattutto, sociali, economiche, familiari.

Tifare Cagliari non è da tutti e per tutti. Cuore e spalle solide, per andare avanti, avere e mostrare coraggio. Golia è grande e grosso, antipatico, gonfio di denaro e potere. Davide, e il suo team, prova ad abbatterlo, quanto meno a limitarlo. Il mestiere, l’intuito, le maniche rimboccate e la sensibilità lo aiutano. “”A chent’annos, Un viaggio da riva a Riva” spiega cosa si è in grado di fare se ami quei colori, il rosso e il blu. Se i Quattro mori sul petto hanno la benda ben messa, sulla fronte. E non sugli occhi, come qualcuno che pensa sia ancora utile legare i cani con la salsiccia, raccontare frottole, privilegiare il marketing all’animo pulito e trasparente, usare le icone care ai tifosi per conquistare consensi. Ma questa è un’altra storia.

Quella proposta da Sky è una storia di storie. Di una Sardegna mai doma, orgogliosa della sua natura, ricca di energie. Anche per questo Davide Bucco (autore di trasmissioni cult, ad esempio, sul calciomercato con Alessandro Bonan, Gianluca di Marzio il giornalista Valerio Fayna Spinella) si è messo in gioco. Condotta, forma e pathos portano lontano. Con quel filo di ambizione che determina spesso grandi risultati. La storia siamo noi, canta Francesco De Gregori. Quella del Cagliari va in onda su Sky. Un patrimonio che stasera scorre leggero in tv. Flash da condividere. E applaudire.

UMILTA’ E ORIZZONTI. Tra fuoriclasse e bidoni, dal 1920 all’attualità. Il soffio, in un passaggio pandemico che ha messo tutti e tutto in ginocchio o quasi, sulle cento candeline del Cagliari lo dirige Davide Bucco. Giorgio Porrà, cagliaritano doc, patrimonio Unesco per quanto sa e ha dato al giornalismo, è il cantastorie. A bordo, altri sardi di pregio. Dal Campidano alla Gallura passando per il Sulcis: un attore, Jacopo Cullin, e un musicista, Paolo Fresu, a ghirigoreggiare. Parole e sonate che ammaliano. E le idee? Con Davide Bucco sono scesi in campo anche altre firme di pregio della redazione di Sky Sport, Veronica Baldaccini e Valentina Campus. Formazione da Champions, dunque. Che regala magie e sorrisi. D’altronde, il pallone senza sorriso e divertimento, è quasi sempre da 0-0. Per provare a vincere si sono uniti al gruppo, con le musiche originali, Flavio Ibba e Manu Invisible: arte e sonorità metropolitane. Talvolta, rivoluzionarie, di sghimbescio e d’istinto. Quel che soddisfa l’anima. E sposta in alto l’asticella della riflessione e della passione. Fuori tema? No, se il Cagliari rappresenta un’isola, come si scrive fin troppo spesso, l’impegno va oltre l’ordinario. E nessuno può chiamarsi fuori.

 

IL MARE E L’ANINA DEI SARDI. Da oggi, alle 21.15 su Sky Sport Uno (disponibile anche in streaming su Now Tv, on demand su Sky e Sky Go) va in scena la terra aspra e restia a facili concessioni, ferita da assalti pirateschi di vecchia e nuova data. Il documentario si apre a Capo Spartivento. Il sud della Sardegna, tra maestrale e macchia mediterranea, calette e un cielo solcato da Sa tzenti arrubia, i fenicotteri. il guardiano del faro incontra un viaggiatore. Tra loro si apre una lunga conversazione sulla nascita del Cagliari e il suo secolo di vita. Ripercorrono vittorie e sconfitte, chiacchierano di personaggi, spuntano aneddoti. Compaiono facce conosciute e centravanti dimenticati. Sullo sfondo e in primo piano un’isola tormentata. Congiunta a doppia mandata, anche politicamente, socialmente e industrialmente, al pianeta calcio. Tra rinascite e cadute, con suspence e immagini da urlo.

A incorniciare la narrazione le voci di figure che hanno griffato, dall’Amsicora al Sant’Elia, il cammino del club. Dai protagonisti dello scudetto del 1970 a Gianfranco Zola, Claudio Ranieri, Gianfranco Matteoli, Enzo Francescoli, Gigi Piras e Massimiliano Allegri sono alcuni degli ospiti. Giorgio Porrà narra, Jacopo Cullin indica, Paolo Fresu scolpisce. Intensità e pathos portano lontano. La colonna sonora originale di Flavio Ibba, i murales e la street art di Manu Invisible chiudono il cerchio. Da brivido anche alcune immagini inedite, recuperate e restaurate grazie alla Cineteca Sarda. Il viaggio del Cagliari è anche quello del capoluogo. Gli anni della guerra, la neve a Monte Urpinu, Carlo Felice vestito a festa per il tricolore. Imperdibile!

 

 

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