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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari: sfiorato il colpaccio a Verona

Pavoletti e compagnia, con quattro big assenti, mettono paura all’undici di Juric. Pareggio prezioso. Adesso, testa all’Inter

INCEROTTATI. Senza i contagiati Simeone, Nandez, Pereiro, Godin e Ounas, gli acciaccati Lykogiannis (entrato comunque nel finale), Pisacane e Klavan, più Joao Pedro recuperato in extremis. Assenti e assenze aiutano a spiegare. Troppi e di qualità. La costruzione tattica e l’approccio sono evidenti. Ma la strada è ancora in salita. Poi, c’è il Verona. Rivoluzionato la scorsa estate, riparte da formazioni più giovane del torneo. Anche il Cagliari, sul tema green, è messo bene. L’1-1 è una buona risposta alle emergenze.

MANGANIELLO. Faragò su Zaccagni, Carboni su Di Carmine, Tripaldelli su Barak, Sottil segue Faraoni, mentre Veloso angustia Marin e Rog se la vede tra Tameze e Di Marco. Di Francesco chiede ai suoi di lanciare lungo, a partire da Cragno: meglio evitare la densità centrale del Verona. Quindi, niente regia e costruzione palla a terra ma palloni a cercare Pavoletti. Il primo corner arriva dopo 3’, lo battono i rossoblù.  A sinistra, si avverte la spinta di Lazovic con Marin che aiuta poco Faragò e Zappa. Il Cagliari va per qualche minuto in apnea. Ma il ritmo è alto. E Joao suona la sveglia. Ci prova Pavoletti di destro, angolo. All’8, dopo traversa e palo, Di Carmine sigla l’1-0: annullato da Manganiello per off side. Hellas e Cagliari ritrovano equilibrio e personalità.  Al 21’ Verona in vantaggio. Zaccagni su assist di Faraoni, Faragò non ci arriva. La risposta è di Pavoloso, mezza sforbiciata in area su cross di JP10 rimpallata da Faraoni.

Otto minuti dopo sinistro di Marin, Silvestri con comodo. Il romeno ci riprova di destro, fuori. DiFra chiama la reazione. I suoi rispondono. Joao Pedro è anima e tecnica, meno male che non era al meglio! Il Cagliari è vivo. Carboni, classe 2001, lanciato da Zenga nel lookdown, se la cava con Di Carmine, nato il 29 settembre 1988! Ci prova Tameze, deviazione a lato. La pressione evidenzia una criticità già vista: la mediana rossoblù fa poco filtro e dietro si soffre.

RIBALTONE. Il Marin che non ti aspetti si presenta al 4’ della ripresa. Il regista, con Tameze addormentato, prende palla da Pavoletti e infila Silvestri di sinistro: 1-1, primo gol in A. Il Cagliari parte a mille. Velocità e dinamismo premiano i rossoblù. Juric mastica amaro, toglie Tameze e Lazovic per Lovato e Salcedo, alza Di Marco e mette Barak in mezzo. Ma i padroni di casa paiono tramortiti dal pareggio ospite.  Tanto che in ripartenza Zappa mette al tiro Pavoletti, destro di un soffio fuori. Eusebio Di Francesco ha innescato motivazioni e tattica: difesa molto alta per levare il fiato a Di Carmine e soci.

Mossa riuscita. E Pavoletti di testa sfiora il 2-1: Silvestri e la traversa stoppano il centravanti. Il Verona soffre e paga dazio. Entrano Colley, per Zaccagni, e Di Carmine per Favilli. Ci provano Salcedo e Di Marco, Cragno non ha problemi. Un guizzo di Joao, servito da Cerri subentrato a Pavoletti, mette i brividi. La risposta è di Favilli, alto di un niente. L’attaccante non realizza in chiusura il gol partita, imitato da Ceccherini: alto, dall’area piccola. DiFra inserisce prima Oliva (Marin out) e Tramoni (2000), esce Sottil: tra i migliori in campo. Finisce 1-1.

QUALCHE NUMERO. Alle 12.30 al Bentegodi si parte con un dato che la dice lunga: padroni di casa che hanno subito solo 7 reti. Dall’altra parte, il Cagliari con 19 reti sul groppone, quarto peggior reparto arretrato con lo Spezia. Peggio hanno fatto Crotone (20), Benevento (21) e Torino (24). Poi, sotto il diluvio, la palla ha preso a rotolare… Il 2-1 che alla Sardegna Arena è valso al Cagliari il passaggio del turno in Coppa Italia, rete al 94’ di Sottil, è in archivio. Juric è noto per non fare prigionieri. E ancora una volta il Verona mostra di non essere solo una squadra che distrugge il gioco avversario. Ma di possedere identità, idee, a partire dal presidio del campo, forza fisica. D’altronde, non si può battere per caso l’Atalanta nel suo catino. E il Cagliari? In maturazione. Quella che serve (assieme agli assenti) per l’Inter, attesa domenica alla Sardegna Arena.

 

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