Seconda parte dell’intervista pubblicata da Tuttosport al giocatore brasiliano rossoblù: Di Francesco, il Torino, la Juventus. E il suo sogno
“Cos’è cambiato con l’arrivo di Di Francesco? Pratica un calcio moderno, intelligente”, prosegue Joao Pedro, “vede le cose prima che succedano, per indole vuole vincere sempre, in più mi ha capito subito. E, quando c’è questa intesa, poi le cose non possono che andare bene. L’esultanza nel caso segnassi alla Juve? Mio figlio André l’ha già scelta. È una sorpresa, sono convinto che piacerà se faccio gol”.
“Com’è cambiata la Juve? Hanno giocatori forti e su questo credo non ci sia nessun dubbio. Poi è una questione di mentalità: loro, nei momenti di difficoltà, sanno essere più forti degli altri. Quando sei abituato a vincere, parti già a tuo vantaggio sulla concorrenza. Affrontare i bianconeri è sempre bello, l’ultima volta abbiamo vinto ma la questione scudetto era già chiusa e ora sarà un’altra storia. Sappiamo quanto sia complicato incontrarli a casa loro, però sappiamo pure che, se riesci a fare punti a Torino, è probabile che le tue rivali non ci riescano. Cristiano Ronaldo? È uno dei più forti della storia del calcio, si può fermare solo col lavoro di squadra. Se ho mai pensato di allenare? Non saprei, credo di avere ancora una decina di anni da giocatore”.
“Io capitano del Cagliari nel nuovo stadio? È una bella immagine, sono al settimo anno qui e si è creato un legame forte da portare avanti nel miglior modo possibile. Il Torino mi voleva? È una grande squadra e mi ha fatto piacere sapere che erano interessati a me, però volevo restare a Cagliari e sapevo quanto sarebbe stato importante partire bene quest’anno. Poi io, per attitudine, preferisco non disperdere le forze su cose che non riguardano il campo. E il mio presente era a Cagliari. Il mio sogno? Volevo costruire una famiglia ed essere papà: l’ho realizzato. Mentre nel calcio il mio sogno lo sto vivendo ora perché sono riuscito a diventare il giocatore che avrei sempre voluto essere. E so quanto è stato faticoso arrivare per chi viene, come me, dal nulla”.