Era l’8 giugno 1990. Il sipario sul Mondiale venne alzato con una sontuosa cerimonia d’apertura, nel segno dell’eccellenza del nostro Paese. Una grande illusione, che coinvolse anche Cagliari e invece lasciò tutti gli italiani un po’ più poveri…
LA SFIDA. Ricordare Italia ’90 significa mettere in moto un milione di flash, volti, emozioni. Quel Mondiale di calcio, che il nostro Paese ospitò 56 anni dopo la prima volta in pieno fascismo, rappresentò una sfida vera e propria. L’ultima pioggia di contributi statali per l’evento, due stadi costruiti da zero e tutti gli altri rinfrescati, le tante opere sbagliate o che non videro mai la luce, i costi clamorosamente aumentati, le morti nei cantieri, la corsa contro il tempo, Cossiga che inneggiava alla consapevolezza. “Un ignobile carrozzone“, come lo descrisse un anno prima Nanni Moretti, che gli italiani avrebbero scoperto solamente dopo in tutta la sua cattiveria, la sua mostruosità. Dopo… un Mondiale che l’Italia avrebbe dovuto vincere come coronamento del sogno. Ma che invece si infranse sui guanti dell’argentino Goycochea.
CAGLIARI. Tre giorni dopo la cerimonia d’apertura e il clamoroso 1-0 del Camerun a Milano contro i campioni in carica dell’Argentina, Italia ’90 si accese anche a Cagliari. Il girone con Egitto, Eire, Inghilterra e Olanda fu disputato tra il Sant’Elia e Palermo. A tanti osservatori non sfuggì il confino a cui furono destinati i tifosi inglesi, per quello che gli hooligans avevano provocato in quegli anni (vedi Heysel, ma non solo). La Nazionale di Bobby Robson e le altre compagini diedero vita a un raggruppamento povero di reti e all’insegna del pareggio, da cui passarono il fosso tutte tranne l’Egitto.
GLI INCONTRI. Vediamo nel dettaglio i tre incontri disputati nello stadio cagliaritano.
11 giugno, Inghilterra-Eire 1-1 (8° Lineker [I], 73° Sheedy [E])
16 giugno, Inghilterra-Olanda 0-0
21 giugno, Inghilterra-Egitto 1-0 (64° Wright)