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‘76/’77: l’arancia che colpisce Cannito e gli spareggi amari negano la Serie A. Riva chiude col calcio giocato

La prima stagione in Serie B dopo la retrocessione rimediata nel campionato precedente è purtroppo ricca di episodi sfavorevoli nonostante un bel torneo

Salutata la serie A (che verrà riconquistata nel 1979) il Cagliari si appresta a disputare il campionato cadetto, che non lo vedeva ai nastri di partenza dalla stagione ‘63/64.  Mariano Delogu, dopo aver preso il posto di Andrea Arrica in pectore alla presidenza ad interim, viene confermato e spetta a lui prendere in maniera ufficiale, le redini della società. I rossoblù, guidati in panchina da Lauro Toneatto, che ha preso il posto di Mario Tiddia (a sua volta subentrato nel precedente torneo all’esonerato Luis Suarez, dopo la rinuncia forzata di Gustavo Giagnoni) sono tra i favoriti per la promozione.

AVVIO DI STAGIONE. Ovviamente la rosa viene allestita con giocatori di categoria per lottare al vertice. Le prime tredici partite sono da grande squadra che ottiene solo vittorie e pareggi: 0-0 con la Spal al Sant’Elia e 1-1 (gol di Virdis) sul campo della Sambenedettese alla seconda giornata. Nel terzo turno, il successo per 1-0 sul Novara (marcatore Quagliozzi) e nel quarto il  2-1 (a segno Piras e Brugnera) a Rimini. Dopo cinque giornate, effetto dell’1-1 con Vicenza con Piras che pareggio nel finale, Copparoni e compagni sono primi a 7 punti, al pari dello stesso Vicenza e del Monza, allora presieduto da Adriano Galliani, che poi Berlusconi chiamò al Milan. Dalla sesta alla decima giornata, il Cagliari ottiene altri 6 punti, frutto di quattro pareggi con Lecce 0-0, Palermo 1-1 grazie alla segnatura di Quagliozzi e altri due 0-0 con Como in casa e Avellino in trasferta.

La vetta è a un punto appannaggio del Vicenza, i sardi sono secondi a quota 13 assieme al Como. Nelle successive due gare arrivano l’1-1 interno col Catania (in rete Ferrari) e la vittoria a Brescia per 2-1, con marcature di Ferrari e Brugnera, che precedono la prima sconfitta della stagione: un 3-0 a Pescara pesante. Da li alla fine del girone di andata, di ko (sempre esterni) ne arriveranno altri due: 2-1 a Taranto, in gol Virdis, e a Varese con lo stesso punteggio. In quel caso  a segnare fu Ferrari che portò in vantaggio i suoi. I punti arrivano dal netto 3-0 alla Ternana (tripletta di Virdis) e i pareggi con Monza e ad Ascoli, entrambi per 1-1. Contro i brianzoli siglò Brugnera su punizione, contro i marchigiani, insaccò la sfera Roccotelli. Al termine delle prime 19 gare: Cagliari sesto a quota 22 punti come l’Atalanta, a -4 dalle due battistrada Vicenza e Monza, con davanti Como, Pescara e Lecce.

RIVA E IL GIRONE DI RITORNO. Intanto Rombo di Tuono non riesce a recuperare dal brutto infortunio subito a febbraio del campionato precedente contro il Milan. Dirà addio al calcio giocato, durante una conferenza stampa in aprile.  In campo la squadra di Toneatto riparte pareggiando 1-1 a Ferrara con la Spal, a segno Brugnera, battendo con marcatura di Virdis al Sant’Elia la Sambenedettese, 0-0 a Novara, successo (ancora targato Virdis al Rimini. Alla quinta giornata, dopo il ko per 1-0 a Vicenza, punti dai veneti primi, sono saliti a 6 e la posizione di Toneatto vacilla. La società, tuttavia concede fiducia al suo allenatore.

CANNITO. Alla sesta giornata arriva la vittoria per 1-0 sul Lecce, con marcatura di Bellini al 42’ della ripresa. Ma è una vittoria inutile, perché quella gara verrà persa a tavolino, effetto di un’arancia scagliata (al rientro delle squadre negli spogliatoi per l’intervallo) che colpì il leccese Cannito, che fu portato in ospedale. Nel 2017, a 40 anni esatti da quell’episodio, alcuni giocatori del Cagliari presenti in campo il giorno al Sant’Elia, hanno raccontato al nostro Fabio Ornano quell’episodio, non senza rabbia. Giuseppe Tomasini: “In quella stagione ricoprivo il ruolo di allenatore in seconda di Toneatto. Quell’arancia mi passò a pochi centimetri dalla testa e colpì Cannito tra naso e occhio: sanguinò, ma in modo davvero lieve… “. Giuseppe Bellini: “In quella partita segnai il gol decisivo, anche se purtroppo non servì a nulla. Quei 2 punti ci avrebbero consentito di risalire subito in A, anche alla luce di una bella rimonta che portammo a buon fine nel girone di ritorno: non eravamo partiti con i favori del pronostico. Un’arancia che ci costò caro. La vivemmo come un’ingiustizia, anche perché in fin dei conti si trattò di un trauma minimo, quello di Cannito. Ci rimanemmo molto male“.

Oreste Lamagni: “Perdemmo la promozione diretta: un episodio amaro. Stavamo rientrando negli spogliatoi al termine del primo tempo, Cannito venne colpito e poi non rientrò in campo alla ripresa del gioco. Ci diedero la partita persa a tavolino. Non la vivemmo bene perché c’era in ballo qualcosa di importante. Una mazzata che ci tolse un po’ d’entusiasmo “. Gianni Roccotelli: “Contrariamente a quanto trapelò, l’arancia non fu lanciata per colpire l’arbitro Lo Bello, tantomeno Cannito. Conobbi l’autore del gesto, facente parte di un gruppetto che quel giorno bevve un po’ troppo sugli spalti. Insomma: un gesto non intenzionale“.

LA PARTE FINALE E GLI SPAREGGI AMARI. La sconfitta a tavolino fu una mazzata, come appena ricordati dal racconto dei giocatori presenti in quel match. Anche perché la gara successiva a Bergamo con l’Atalanta, giunse la sconfitta per 2-0. Contro il Palermo, gol di Piras, il successo per 1-0. 0-0 a Como e poi il 2-0 (Virdis e Longobucco) e il 2-1 a Catania (a segno Virdis e Piras), riaccende le speranze.  Nelle ultime 8 giornate arrivano il 4-1 al Brescia, con marcatori Piras e Virdis con una doppietta a testa, lo 0-0 a Modena e il 2-1 al Pescara (ancora Piras e Virdis) il 2-1 anche alla Ternana (Quagliozzi e Piras)  e al Taranto (doppietta di Virdis). Nelle ultime tre giornate, doppio 3-2 a Varese e Ascoli, con marcatori nella prima sfida Virdis, Piras e Casagrande e doppietta di Virdis e gol di Ferrari su punizione che regala gli spareggi con Atalanta e Pescara, anche grazie allo 0-0 a Monza.

La classifica finale vede promosso in A il Vicenza, mentre il Cagliari (che con i due con il Lecce sarebbe tornato subito nella massima serie) è costretto agli spareggi. Che, il 25 giugno 1977 vedono giocare a Terni Cagliari e Pescara, match che termina 0-0. Mercoledì 29 a Genova, la squadra di Toneatto perde 2-1. Dopo lo 0-0 all’intervallo, i bergamaschi sbloccano la sfida dopo 8’ della ripresa con Rocca. Tre minuti dopo è Scala a battere Copparoni. Inutile il gol di Lamagni. Il 3 luglio Atalanta e Pescara chiudono il confronto sullo 0-0 e vanno (a discapito del Cagliari) in Serie A.

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