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Se qualcuno lo avesse anticipato già questa estate nessuno ci avrebbe di certo creduto. Dallo scorso giugno ad oggi nella stagione 2019/2020 del Cagliari è successo davvero di tutto

Strana, stramba, bizzarra, esagerata, singolare, o forse meglio paradossale? A cosa ci riferiamo? Ovviamente a quella che è stata, perlomeno fin qui, la stagione 2019/2020 del Cagliari Calcio.

Ripartendo da giugno e dalla scintillante campagna acquisti che Giulini, Carli & Co. imbastiscono per giocare una grande stagione, quella del Centenario.

Arriva Marko Rog con una spesa complessiva di sedici milioni, giusto per antipasto. Poi torna in auge la storia d’amore con Nahitan Nàndez bruscamente interrotta qualche mese prima.

Blitz dopo blitz Tommaso Giulini torna vincitore e porta l’uruguaiano in Sardegna “staccando” un assegno di venti milioni di dollari.

Sembra tutto bello, i tifosi si stanno sempre più convincendo che la stagione sembra quella giusta. Suddetta convinzione si fa sempre più forte quando ad Elmas sbarca pure Radja Nainggolan: è tripudio! Il belga, palesemente scaricato da Antonio Conte, arriva in prestito per una stagione.

Poco? Può darsi, ma come si dice in dialetto sardo “Su pagu aggiurara, su nudda struppiara”. Ci si accontenta, insomma, e poi chissà che il Ninja non decida di rimanere.

Ad agosto si assiste impotenti alle prime difficoltà: Cragno e Pavoletti si fanno male, molto male, mentre la squadra inizia altrettanto male il campionato.

La società non si scompone e moltiplica lo sforzo economico, poiché le intenzioni sono serie: arrivano Robin Olsen in prestito, ed il Cholito Giovanni Simeone, due calciatori in cerca di pronto riscatto.

Il motore di Rolando Maran inizia a girare per davvero il 15 settembre quando la squadra si impone a Parma per 1-3: da li una serie impressionante di tredici risultati utili di fila, gioco spumeggiante, goal a raffica, solidità difensiva. Tutto mai visto, se non dagli eroi dello scudetto.

Sembra tutto vero: la stagione del Centenario sarà tra le più belle, forse seconda solo a quella magica del 1970. Ad ottobre, però, le prime crepe, poiché Nàndez, o meglio il suo procuratore, batte cassa. I diritti d’immagine sono la prima puntata di una telenovela che si protrarrà per qualche tempo.

La squadra, intanto, inizia a patire la fatica: a Lecce si fa raggiungere al 93′ dopo le espulsioni di Cacciatore ed Olsen. La settimana successiva vince al 94′ grazie al goal di Cerri contro la Samp, ed anche a Reggio Emilia si agguanta un punticino in zona Cesarini grazie a Ragatzu.

Punti ottenuti in maniera tosta, ma la squadra è stanca, la rosa, specie in panchina, è corta. La dolorosa conferma avviene nella gara interna contro la Lazio. I rossoblù passano subito in vantaggio, ma non riescono a chiudere la gara. Arriva il recupero, quei maledetti otto minuti di recupero che consentono alla squadra di Inzaghi di ribaltare il risultato.

Il Cagliari sembra essersi sgonfiato e tornato alla realtà. Da li in poi solo sconfitte e deludenti pareggi, ad eccezione della trasferta di Milano contro l’Inter, dove Nainggolan si prende la sua rivincita.

Ma la squadra non c’è più, non gioca più. A ciò si aggiungono questioni extra campo: Lucas Castro rompe con tutti e chiede la cessione, giunge poi la notizia del nuovo infortunio di Pavoletti.

Qualcosa di grave è successo nello spogliatoio rossoblù e la conferenza dell’attaccante assieme a Cigarini non contribuisce ad ammorbidire gli animi. I tifosi iniziano a contestare, “Dov’è finita la squadra che fino a qualche mese fa ci entusiasmava tanto?”

La sconfitta contro la Roma fa precipitare la situazione di Maran che viene esonerato dopo un anno e mezzo dal suo ingaggio. Arriva Walter Zenga, che non riesce a sedersi in panchina a causa dell’emergenza Covid-19 e la conseguente sospensione del campionato, cosa mai vista se non nel periodo della seconda guerra mondiale.

Il resto è storia nota, quella di una stagione paradossale in ogni suo dettaglio.

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