
Il leggendario “Magic Box”, che da Oliena ha conquistato il mondo con il suo talento, con la casacca ducale visse l’apice della carriera nel campionato italiano
DA NAPOLI A PARMA. Guardando al prossimo incontro del Cagliari, che avrà luogo domani contro il Parma alla Sardegna Arena, si possono andare a recuperare una miriade di ricordi. Scegliamo il filo logico, citando Gianfranco Zola. Il campione di Oliena, partito dalla Sardegna a fine anni Ottanta per vincere lo scudetto nel Napoli di Maradona, disputò quattro stagioni in Campania. Un trampolino di lancio fatto di giocate geniali e gol, che lo portò nel giro della Nazionale di Sacchi. Nell’estate 1993 si trasferì al Parma, per 13 miliardi di lire. Iniziò il periodo più intenso della carriera italiana di Zola, in cui si affermò definitivamente tra le stelle del calcio italiano.
TROFEI E ADDIO. Con la casacca numero 10 dei ducali sulle spalle, Gianfranco diede continue dimostrazioni delle sue qualità: reattività, fantasia, cambi di direzione, genio, esplosività, proverbiale abilità sui calci piazzati (in quel momento contese a Roberto Baggio la palma di miglior esecutore italiano da fermo) e grande familiarità con il gol. Ben 64 in gare ufficiali, nell’arco di poco più di tre stagioni. Nel 1993 vinse la Supercoppa Europea, due anni più tardi la Coppa UEFA. Poi, il rapporto con il Parma si incrinò. L’allenatore Carlo Ancelotti scelse di non ritenere più Zola al centro del gioco offensivo parmense, impiegandolo addirittura fuori ruolo. Fu in quel momento che l’offerta del Chelsea convinse Zola a lasciare l’Italia: avrebbe avuto ragione lui. A Londra è diventato “Magic Box“, un protagonista ammirato da compagni e avversari. Prima di tornare nella sua Sardegna, a fine carriera, per un’ultima sfida chiamata Cagliari. Ma questa è un’altra storia.
