Le statistiche delle prime otto giornate svelano similitudini e differenze tra il gioco dei granata di Mazzarri e quello dei rossoblù di Maran
CROSS. Il primo dato che balza all’occhio osservando le statistiche sul sito ufficiale della Serie A riguarda il numero di cross effettuati da Cagliari e Torino. I ragazzi di Mazzarri hanno totalizzato 109 tentativi, di cui 70 utili e 39 sbagliati, mentre i sardi sono a quota 81 cross di cui 54 utili e 27 sbagliati. Se però il Toro primeggia sia nella classifica dei cross totali che in quella dei cross utili, i rossoblù invece sono appena dodicesimi in quella dei cross totali, ma ben terzi in quella dei cross utili.
POCHI TIRI. Le due squadre sono anche tra le meno propense a calciare in porta, con il Torino quattordicesimo nella classifica delle conclusioni (70 in tutto) e il Cagliari penultimo (64 tiri in porta). Primi posti invece per quanto riguarda i gol di testa: 4 per entrambe le compagini e primo posto insieme all’Inter. Numeri bassi per la media del possesso palla dove il Cagliari si attesta sedicesimo con 20’44 e il Torino tredicesimo con 22’46. Infine la media dei km percorsi: rossoblù diciassettesimi con 104.28 e granata diciottesimi con 103.63.
LA LETTURA. Questi numeri ci raccontano due squadre con un’impostazione generale molto simile, anche se diverse per sistema di gioco. Il 3-5-2 di Mazzarri punta molto sulla fisicità, con poco possesso palla e ripartenze rapide sfruttando l’ampiezza con gli esterni. Non una corsa costante, ma attesa dell’avversario e blitz offensivo. Il 4-3-1-2 di Maran predilige la costruzione del gioco per vie centrali, per poi consentire ai vari Nandez, Castro, Nainggolan e Rog di allargarsi sulla trequarti quando opportuno per cercare i cross, supportati poi dagli esterni difensivi. Inoltre il dato evidente nei rossoblù è la migliorata qualità dei cross rispetto alle passate stagioni, con un centrocampo che fa dell’alto tasso tecnico il vero punto di forza rispetto alla fisicità pura preferita dall’allenatore granata. Una partita dunque che avrà proprio nell’interpretazione del gioco sugli esterni la sua chiave tattica.