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Sarri, Juve e tradimento. Ecco i cinque peggiori colpi al cuore per i tifosi rossoblù

Con il passaggio del tecnico toscano ai bianconeri si è aperta ufficialmente un’altra ferita nel cuore dei tifosi napoletani, ma anche Cagliari ha i suoi trascorsi

C’EST LA VIE. Nel calcio professionistico di oggi si sa, nessun amore dura per sempre. Ancora peggio è quando all’abbandono segue il tradimento, come avvenuto con il passaggio di Maurizio Sarri alla Juventus, tecnico amatissimo a Napoli che ora è finito nella lista nera del popolo partenopeo. Anche Cagliari ha sofferto per amore e abbiamo scelto i cinque peggiori tradimenti della storia rossoblù, tra addii al veleno e pugnalate ai tifosi che ancora oggi fanno male.

Prima della lettura è consigliabile reperire un oggetto morbido da prendere a pugni. Buona visione:

MARCO BORRIELLO
Un addio turbolento che è praticamente costato la carriera al Borriellone nazionale. Il bomber era stato ripescato ad agosto 2016 dal mercato dei parametri zero, grazie all’allora ds Capozucca. La sua carriera sembrava in caduta libera, invece Borriello stupì tutti con 16 gol in campionato. Un solo anno, prima di salutare improvvisamente per una non meglio definita mancanza di stimoli. Scambi di accuse con la dirigenza, tifosi inferociti e divisi, squadra destabilizzata. Lui andò alla Spal, qui arrivò Pavoletti. Il resto è storia recente.

CARLO MAZZONE
Non chiamatelo traditore, perché il mister è un uomo d’onore. Sta di fatto che dopo il drammatico spareggio perso col Piacenza e l’addio alla Sardegna il buon Carletto decise di ripartire da… Napoli! Mazzone andò proprio da quella tifoseria che da quel play-out infiammò la tutt’ora accesissima rivalità con i sardi. Una pugnalata per molti, ma comunque perdonata.

VICTOR IBARBO
Ricordato più per le sue presunte “virtù” celate che per le prestazioni in campo, il colombiano fu accusato di alto tradimento dagli ultras rossoblù. La colpa attribuita fu quella di aver finto un infortunio di tre mesi mentre era al Cagliari, visto che appena passato alla Roma (ufficialmente ancora infortunato) scese in campo appena una settimana dopo. La sua seconda esperienza in Sardegna fu presa malissimo dai tifosi, che lo accolsero con uno striscione eloquente:“Ibarbo traditore”.

ALESSANDRO MATRI
Il 31 gennaio 2011 passò alla Juventus dopo aver giurato fedeltà alla squadra sarda. Il 5 febbraio tornò a Cagliari da avversario e stese i rossoblù con una doppietta. Serve altro? Ah si: l’anno scorso realizzò il rigore decisivo in Cagliari-Sassuolo, l’esultanza fu una provocazione verso tutto il pubblico dell’Arena.

DANIEL FONSECA
E arriviamo al Re di tutti i tradimenti. Uno dei principali motivi della rivalità tra Napoli e Cagliari sta anche nella famosa esultanza di Daniel Fonseca. L’uruguaiano diventò un idolo in Sardegna, poi nel ’92 fece le valigie per la Campania. Alla prima occasione utile in cui riuscì ad andare in gol al Sant’Elia da avversario, l’attaccante si esibì in un gesto dell’ombrello che ancora oggi fa schiumare di rabbia gli ultras rossoblù. Una leggenda narra che nelle notti di luna piena, dallo scheletro del vecchio Sant’Elia, si possano udire le voci dei fantasmi che urlano “conch’e bestia”.

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