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ESCLUSIVA – Muzzi: “Cambiare atteggiamento e dare tutto per salvarsi”

In vista della sfida di domenica con la Roma abbiamo sentito in esclusiva per voi uno dei più grandi bomber rossoblù, nonchè ex giallorosso: Roberto Muzzi.

Un attaccante che ha fatto la storia rossoblù. Non ha bisogno di presentazioni Roberto Muzzi, indimenticato bomber del Cagliari anni ’90, quarto goleador di sempre per i sardi con 58 centri in 144 presenze tra il 1994 e il 1999. Un’autentica leggenda non solo per i tifosi isolani ma anche per tutta la Serie A italiana. Con lui abbiamo parlato del momento del Cagliari e della prossima sfida contro la Roma.

Calendario proibitivo per queste ultime tre giornate, come vedi il Cagliari in questo momento?
“Calendario difficilissimo, sicuramente bisognerà cambiare atteggiamento. Come ha detto López, con la mentalità del primo tempo contro la Sampdoria diventa difficile. Io sono retrocesso con il Cagliari, ma eravamo una squadra cattiva dal primo minuto fino all’ultimo. Avendo visto la partita con la Sampdoria direi che questa mentalità non si è percepita”.

Questa situazione può essere frutto di un blocco mentale, un calo fisico o che altro?
“Penso che quando ti devi salvare devi scendere in campo col coltello tra i denti e dare tutto quello che hai dentro. Bisogna scendere in campo e fare legna per portare a casa i punti necessari alla salvezza”.

Una cosa che ha funzionato poco in questa stagione è l’attacco. Persino Pavoletti ha fatto fatica a trovare continuità e a parte lui non segna praticamente nessuno degli attaccanti. Da grande bomber quale sei stato, secondo te cosa non va?
“Quando non funziona l’attacco dipende un po’ da tutta la squadra. Gli attaccanti devono essere serviti, messi in condizione di fare gol e fare delle giocate importanti. Quando sei in quella posizione in classifica vuol dire che qualcosa non funziona nel collettivo”.

Il nuovo ds Marcello Carli ha parlato oggi in conferenza stampa. Ha utilizzato toni abbastanza accesi per spiegare il momento e ha rinnovato la fiducia a López. Ha fatto bene a confermare il mister o sarebbe servita una scossa finale?
“Per me ha fatto bene perchè mancano solo tre partite e per chi subentra è difficile entrare immediatamente nella mentalità e conoscere le caratteristiche dei giocatori. Sicuramente ci penserà Diego a dare una scossa in prima persona, ma soprattutto i giocatori devono prendere atto del calendario difficile. Devono capire che comunque i punti bisogna farli. Adesso come adesso bisogna riunirsi, devono fare gruppo tra di loro perchè sono bravi, è una bella squadra. Però devono scendere in campo uniti e col coltello fra i denti. Non devono pensare a tattica o tecnica o giocata, devono restare tutti uniti per arrivare a questa salvezza”.

La prossima sarà contro la Roma, uno scoglio che sembra insuperabile per il Cagliari. I giallorossi però giocano la Champions, può essere questo un fattore da sfruttare per i sardi?
“La Roma è forte ma niente è impossibile nel calcio. La Roma viene al Sant’Elia, pardon Sardegna Arena… pensavo ancora al mio stadio (ride ndr). Viene in casa del Cagliari e i rossoblù tra le mura amiche devono fare punti, con le buone o con le cattive. Deve tirare fuori una prestazione importante per fare i punti che servono alla salvezza”.

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