Ripeschiamo dal baule dei ricordi un aneddoto riguardante gli intrecci storici tra Cagliari e Roma: tre anni dopo lo scudetto, l’allenatore e l’ala destra di quella grande squadra si trasferirono nella Capitale. Con risultati contraddittori

FASTI. Manlio Scopigno e Angelo Domenghini, ovvero il condottiero e il cursore del Cagliari dello scudetto 1970, lasciarono la Sardegna tre anni più tardi. L’epoca d’oro di quel gruppo meraviglioso era ormai agli sgoccioli, se non già esaurita da tempo. La coppia si trasferì alla Roma, squadra reduce da un anonimo 11° posto. Scopigno, nelle intenzioni del presidente giallorosso Anzalone, avrebbe dovuto allontanare il fantasma di Helenio Herrera: l’allenatore della Grande Inter anni Sessanta era stato sostituito sul finire della stagione precedente, dopo aver raccolto risultati insoddisfacenti.

TRAMONTO. L’annata 1973-74 segnerà invece l’inizio del tramonto per la carriera sia di Scopigno che di Domenghini. Il tecnico di Paularo lascerà la panchina romanista dopo appena 6 incontri, con ben 4 sconfitte sul groppone, in una piazza forse con pressioni eccessive per il suo carattere. Dopo una sfortunata parentesi successiva al Vicenza, non allenerà più. Per Domenghini un campionato discreto da titolare, con 4 reti, e poi stop. L’unica stagione a Roma, che sarà il prologo del tramonto tra Verona, Foggia, Olbia e Trento.