Dal nostro inviato all’Unipol Domus
“Mi piace tutto ciò che è stato fatto, tranne il primo tempo in cui abbiamo avuto troppo timore. Faccio i complimenti a Di Francesco per il gioco fatto, però non siamo stati da meno. La porta sembrava stregata, così come la partita. Per fortuna ho dei ragazzi dal cuore grande, che lottano. Il pubblico c’è stato vicino e dopo il primo gol ci abbiamo creduto tutti insieme“.
“I tre subentrati – Oristanio, Pavoletti, Azzi – hanno dato quella vivacità che invece stavamo perdendo nella prima frazione di gioco. Ho cambiato poco da Salerno. Avevo chiesto alla squadra di stare più compatta centralmente, non lo abbiamo fatto bene. Ci siamo innervositi, perdendo quella lucidità che dobbiamo sempre mantenere. Spero sempre nelle cose impossibili, anche quando sembri spacciato. Cerco di trasmetterlo sempre alla squadra: se ci si arrende prima, non si è fatto tutto il proprio dovere fino in fondo. E i ragazzi lo hanno fatto, anche quando stavano facendo degli errori. Il calcio è anche serenità e tranquillità, e questa vittoria ci consenta di mettere una pietra importante per capire come dobbiamo essere. Disperati, per creare grattacapi agli avversari“.
“Pavoletti si allena con lealtà e serietà, stimola gli altri. Mi ricorda José Altafini, che alla Juventus alla metà degli anni Settanta trovava la zampata partendo dalla panchina. Dispongo di giocatori maturi che trainano il gruppo: lui, Viola, Mancosu, Deiola. Quando parlano alla squadra fanno discorsi da brividi, anche in riferimento alla ‘sardità’ e cerco in questo modo di allungare loro la carriera“.
“Oristanio, finora, è riuscito ad incidere di più partendo dalla panchina. Luvumbo oggi era sottotono. Viola lo vedo come regista basso, però se faccio uscire Mancosu lui è l’interprete più adatto“.
“Questa vittoria, quando stai perdendo 3-0 a 20 minuti dalla fine, dà forza alle mie parole sul valore del crederci sempre. Fondamentale dare tutto negli allenamenti e veniamo ripagati in gara. Contro l’Udinese che squadra metterò? Deciderò come sempre la sera prima“.
“Non siamo più ultimi, vero. Però si tratta solamente di metterci dopo ogni partita tutto alle spalle. Oggi partita importante, che ci ha fornito la consapevolezza che il nervosismo non paga“.
“Makoumbou sa che deve giocare a uno-due tocchi e tende a tenere troppo la palla. Se riuscisse a segnare 4-5 gol a campionato sarebbe top: ora lui ha cambiato ruolo, dopo l’inserimento di Prati. Antoine sta crescendo“.