
Un ex rossoblù che il tifo cagliaritano non ha mai dimenticato: intervista esclusiva a Sandro “Cobra” Tovalieri, sulla Serie B e il Cagliari
Come vedi gli attaccanti in corsa per la classifica cannonieri di Serie B?
“Cheddira, Lapadula e Brunori sono ottimi giocatori. Cheddira sta vivendo un periodo di appannamento, che Lapadula e Brunori hanno vissuto in precedenza prima di riprendersi: prevedo una lotta gol su gol fino al termine del campionato“.
Un torneo cadetto molto difficile, imprevedibile: cosa pensi dei valori espressi finora?
“Frosinone e Genoa le vedo pressoché sicure delle prime due posizioni, mentre alle loro spalle c’è grande bagarre data da un livello generale molto buono. Sarà una lotta molto affascinante, in cui piazze di tradizione come Bari, Cagliari e Parma avranno i loro grattacapi dalla sorpresa Südtirol, dal Pisa, la Reggina, senza dimenticare il Palermo. Conteranno tanti fattori per arrivare in fondo. Le motivazioni, certo, in primis. In questo momento tutte spingeranno per arrivare subito dietro la coppia di testa, per trarre dei vantaggi dalla lotteria dei playoff. Se sono stati fatti durante la stagione gli adeguati richiami di preparazione atletica, si può arrivare in fondo“.
Un ex bomber come te è stato colpito da qualche giovane attaccante in particolare?
“Mi ha ben impressionato Moro del Frosinone. Però per i giovani lo spazio è sempre troppo ristretto. Ai miei tempi, un ragazzo con buone qualità veniva buttato nella mischia senza grossi problemi. Oggi non è così“.
Capitolo Cagliari: il vero top player per i sardi potrebbe rivelarsi Ranieri?
“Dopo la partenza di Liverani, il Cagliari non avrebbe potuto fare scelta migliore. Ranieri è molto legato alla Sardegna e ai tifosi rossoblù. Arriva dalle vittorie rotonde contro Ascoli e Reggina: palese che la squadra sia in salute. Però, per quanto la panchina sia in grado di trasmettere stimoli e consapevolezza, alla fine sono i gol degli attaccanti di riferimento che fanno davvero la differenza. Senza quelli di Lapadula, con Pavoletti che rientrerà presto e ha segnato alcuni gol, difficilissimo coltivare ambizioni“.
Quanto sono cambiate le dinamiche in prima linea, rispetto al tuo periodo di attività?
“Intanto c’era grandissima concorrenza, con attaccanti di spessore praticamente dappertutto. Non era così semplice la vita: prima dovevi superare gente come Gentile, Scirea, Maldini, Baresi, Costacurta, poi provare a battere grandi portieri. Oggi vedo un tatticismo maggiormente esasperato, in Italia più che altrove“.
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