Il comitato di benvenuto che ha accolto mister Ranieri in aeroporto ha regalato un’immagine bellissima allo sport italiano
APPLAUSI. Le foto e i video dell’arrivo di Claudio Ranieri a Cagliari stanno facendo il giro d’Italia e oltre. L’entusiasmo della gente che non ha mai dimenticato un’impresa di trent’anni fa regala un’immagine di sport di rara bellezza, mostrando al mondo un esempio di riconoscenza difficilmente ripetibile.
Già un’ora prima dell’atterraggio del mister l’area arrivi dell’aeroporto di Elmas diventa una piccola piazza rossoblù. Bandiere e striscioni a salutare l’uomo dei miracoli, e non in riferimento alla favola Leicester, perché in Sardegna le sue doti taumaturgiche sono state scoperte un quarto di secolo fa. Una cinquantina di persone, poi cento, poi centocinquanta e poi chissà quante. Certo, sicuramente molte meno delle mille preventivate dalla Questura, ma di sicuro una folla delle grandi occasioni.
L’aereo atterra intorno alle 10 e i cori partono a ripetizione, sempre più frequenti. C’è chi ha portato un cane, per dimensioni più simile a un Fortuna Drago, tipo Falkor de La Storia Infinita ma con la sciarpa del Cagliari. Sarà di buon auspicio.
Intanto l’attesa è al culmine e cominciano a uscire i primi passeggeri del volo, qualcuno è piacevolmente sorpreso da tanto pubblico, qualche altro un po’ seccato, ma l’aria è di festa e i musoni non sono invitati.
In lontananza si scorge lui, l’uomo più atteso. L’uscita di Ranieri è accolta da un boato, il popolo sardo riabbraccia il suo condottiero dopo trent’anni e le forze dell’ordine faticano ad aprirgli un varco verso l’uscita. Il tecnico si ferma, si fa mettere la sciarpa da un tifoso: il rito è compiuto. Claudio è tornato a casa.