cropped-cropped-CC-11.png
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Liverani, peccato. Eppure all’inizio ci ho creduto

Racconto di chi ha assistito di persona (e da fuori) all’era Liverani: il percorso tecnico e dialettico fin da luglio. Un parere sui fatti

Quando ho iniziato a seguire l’avventura di Fabio Liverani da allenatore del Cagliari, era giugno. Le corse dei cronisti in aeroporto per scattare qualche foto, carpirne se possibile le prime parole in terra sarda e quell’eccitazione della novità, necessaria dopo una rovinosa retrocessione. Il tecnico romano, camicia bianca e occhiali scuri, dopo essere salito sul van nero che lo ha portato lontano da Elmas si è immerso nella nuova realtà. Avendo la possibilità di poter assistere di persona alle prime sessioni di allenamento ad Asseminello, calura calma sugli spalti e pc sulle ginocchia, mi sono messo come di consueto a segnare ogni dettaglio disponibile. Così da poter raccontare tutto tramite i miei occhi a coloro che attendevano notizie.

Come sarà questo nuovo Cagliari? Ma Liverani com’è?

Chiaro: da uno che segue il calcio da oltre 35 anni, i ricordi del Liverani calciatore sono ben impressi senza polvere. Un centrocampista centrale dal sinistro sopraffino, giocatore intelligente che faceva girare la palla alla velocità giusta, sopperendo così alle carenze dinamiche. Vidi il suo debutto in Nazionale, contro il Sudafrica, quando militava nel Perugia. Allora si parlò di lui più per il colore della pelle, che della sua prestazione che fu buona e incoraggiante. Un uomo di calcio attento alla tecnica perché elemento del proprio bagaglio; la gestione della sfera; l’approccio alla partita con personalità. Parti che ha cercato di far brillare in colui che l’allenatore romano aveva riconosciuto subito nel gruppo: Pereiro. Quanto martellava Gastón… Gli chiedeva di essere meno timido, più partecipe, levarsi quella patina di anarchica indolenza che lo faceva considerare un eterno incompiuto. Non c’è riuscito nemmeno lui.

Non ho condiviso la gestione di ciò che invece il precampionato gli aveva dato in mano, ovvero la fioritura di alcuni giovani in gamba. Nelle prime battute, i trapiantati dalla Primavera sembravano andare a mille sui compagni più scafati. Parlo di Desogus, Delpupo, Kourfalidis. Escludendo i guai fisici dell’italo-argentino: perché mandare in C (Pescara) un ragazzo che con Luvumbo si era rivelato il migliore nella preparazione? Anche su Jacopo, Liverani ha pestato forte per i titubanti inizi ad Asseminello. Il ragazzo ha recepito subito le “dritte”, è cresciuto, ha insidiato e infine tolto il posto che Matteo Tramoni sembrava essersi conquistato con un ottimo prestito a Brescia. Debutto in campionato da titolare a Como, prima tra i professionisti in Serie B. Non ha demeritato. E invece… via a Pescara, chiamato Millico con Tramoni – insieme al fratello Lisandru – spedito a Pisa con biglietto di sola andata. Ma avendo lì un giocatore pronto, già inserito, con notevoli margini di crescita, perché mandarlo via? Incomprensibile. Tornando a Kourfalidis: tenuto in naftalina e buttato nella mischia da trequartista. Ma perché? Questa dei giocatori fuori ruolo, che sono stati diversi a dire il vero nella sua gestione, credo l’abbiano capita in pochi. Si possono citare anche gli esterni difensivi… incapaci di difendere, perché più adatti a fare i “quinti” e forzati da terzini. Solo qualche esempio.

Il tridente offensivo è stato rinnegato in breve, però caro Mister: ci ha messo del suo perché andasse così. Mancosu, uno dei suoi pupilli, relegato sulla linea di gesso sulla fascia sinistra. Non ha mai brillato per corsa, dribbling, mirino sull’uomo. Ripeto: perché? Gli va dato atto che, quando ha compreso che le cose non stavano funzionando, ha cambiato modulo. Però si deve avere la forza di perseguire una strada, puntando su un gruppo ristretto per accrescere intesa e consapevolezza. Diventare squadra. No, rotazioni perpetue. Mi metto anche nei panni di Radunovic… Non deve essere semplice per un portiere veder variare costantemente il quartetto davanti. Ogni santa settimana.

Eppure, come spesso mi piace rispolverare: “Per costruire una buona squadra, bisogna partire dalla difesa“. Non è andata così. Ha parlato e continua a parlare il campo, tra errori individuali ormai diventati delle costanti di ogni match e cali di concentrazione. Squadra sprovvista di un’idea di gioco, senza cattiveria, scollata nei collegamenti, attaccanti isolati. Perché adesso erano stati riproposti Lapadula e Pavoletti insieme, da autentica estrema ratio che stava pure pagando. Altrimenti, singolarmente, non arrivano palloni. Nessuno che prova la botta da fuori. Che rischia qualcosa. Liverani non è riuscito a trasmettere qualcosa a livello psicologico: un Cagliari fragilissimo.

Mister, avevo e avrò sempre massimo rispetto per la sua persona. L’aspetto umano viene prima di tutto e i giudizi professionali, se esposti in maniera educata ma argomentata, ci stanno. Ridevo, e tanto, quando cazziava ad Asseminello i ragazzi con l’accento romano e il fare di chi vanta esperienza delle cose. Ma secondo me, a Cagliari non è riuscito mai a incidere. A livello comunicativo ha ostentato ciò che una piazza intera, di tifosi e addetti ai lavori, francamente non vedeva. Giustamente, aggiungerei. E, purtroppo, quest’avventura è stata un fallimento. Perché non lascia nulla. Dispiace per la pesante contestazione rivolta a Lei nell’ultima partita casalinga, non deve essere stato un momento piacevole mentre stava solo cercando di fare il suo lavoro.

Ormai la crepa era diventata troppo larga. Si sbaglia. Si resetta e si riparte. Alla prossima, Mister.

Subscribe
Notificami
guest

78 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

810’ più recupero alla fine e dunque pei verdetti definitivi per non retrocedere. Club per...
Il club arabo dell'Al Ittihad metterebbe sul piatto una cifra molto importante per l'ingaggio, ma...
L’attaccante del Cagliari esalta la professionalità e l’esperienza di Ranieri e Fossati ...

Dal Network

Il presidente della Figc: "C’è una decisione del giudice che tutti devono accettare, compreso chi...
La posizione dell'ex Brescia e Milan si complica ora al club di Premier League ...
Secondo quanto riportato da Sky, il calciatore del Napoli ha avuto modo di parlare sia...

Altre notizie

Calcio Casteddu