I tre punti mancano da ottobre e la squadra continua a prendere imbarcate, ma il presidente ha fiducia mentre da fuori la situazione preoccupa
PRESUPPOSTI. Pronosticare una situazione del genere anche in Serie B era difficile, ma in fondo non così incredibile. La situazione è sfuggita di mano, di nuovo. I più pessimisti potranno dire “lo avevamo detto”, ma è certo che a leggere una rosa con Rog, Nandez, Pereiro, Pavoletti, Mancosu, Falco e Lapadula era obiettivamente improbabile ritrovarsi in mezzo all’ennesima crisi.
DI NUOVO. E invece eccoci ancora qui a commentare un’altra stagione che rischia di viaggiare verso il caos. Liverani non cade, nemmeno a fronte di una sconfitta dopo cinque pareggi contro una Ternana in crisi e reduce da un cambio di allenatore appena pochi giorni fa. Anzi, la prestazione gli è valsa addirittura l’incoraggiamento del presidente Giulini, a quanto pare soddisfatto delle prestazioni nonostante i risultati.
I PROBLEMI. A calcio però vince chi fa più gol e il Cagliari soltanto in 4 occasioni su 16 è riuscito a segnare più degli avversari. Il vocabolario della sconfitta propositiva è poi sempre quello: “episodi a sfavore”, “abbiamo creato”, “meritavamo di più”, “la squadra ha reagito”, “l’atteggiamento è quello giusto” e possiamo andare avanti. C’è intanto una squadra che per 14 gare ha giocato un calcio sterile in orizzontale e che da due partite ha provato maggiormente a verticalizzare e crossare con scarsi risultati.
LE SCELTE. Non pochi dubbi lasciano le scelte del tecnico, con la partita di Terni che fornisce qualche spunto. Kourfalidis è stato tra i migliori nelle ultime uscite, ma è palese che il ruolo di trequartista non gli appartenga. Ottima mezzala di prospettiva da far giocare con continuità, ma dietro le punte non incide. Ne avrebbe altri che quel mestiere lo conoscono, come Pereiro, ma è ovvio che se lo escludi dal progetto tecnico per mesi e lo butti dentro a 5 minuti dalla fine i risultati diventano quelli visti negli ultimi minuti con la Ternana. Non era neanche da mandare in campo. E a proposito di cambi, spesso tardivi o incomprensibili come la sfaffetta di ieri tra Lapadula e Pavoletti, anche sulla lettura delle partite c’è da lavorare. In mezzo al campo poi manca un filtro e la scelta di un regista tutto tecnica e niente fisico sta portando a scoprire i due non irresistibili centrali difensivi. Regredisce anche Luvumbo, uno dei migliori a disposizione ma precipitato nel vortice della mediocrità generale. Ieri forse la peggior partita della sua stagione.
SVEGLIA. Restano tre partite prima della sosta e del mercato. Liverani rimane in piedi come Ercolino, ma la situazione ricorda quella vissuta con Di Francesco. Anche allora il gioco in orizzontale e le sconfitte propositive avevano conquistato Giulini, salvo poi arrendersi al ben più pragmatico Semplici che salvò una squadra in condizioni disperate. Quest’anno però, qualsiasi cosa non sia una promozione in Serie A è da considerarsi un fallimento pari alla retrocessione dell’anno scorso. Siamo già a Natale, il tiro va aggiustato prima di subito.