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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari: pareggio amaro

Prova positiva e 2-2 con il  Südtirol. La squadra di Liverani soccombe nel recupero ai bolzanini di Bisoli. Bene rapidità, tiro e manovra

Un pareggio amaro, che fa recriminare. Avanti fino al 3’ del recupero, il Cagliari si fa riprendere nel forcing dei padroni di casa. Finisce 2-2. Peccato. Condotta, un filo di mentalità propositiva, anche nella finalizzazione (nei primi 20’ della ripresa sei tiri rossoblù, uno del Südtirol), nel ripartire in velocità sono buoni segnali. Insufficienti a ritrovare la vittoria che manca da tre turni. Reduci da cinque vittorie e tre pareggi, per i ragazzi di Pierpaolo Bisoli il bersaglio record è il Seregno, striscia positiva di nove partite. Il Cagliari sul tema non sa cosa dire. La sofferenza in campionato marcia con la mancata continuità. E si lega alla rosa e alle qualità tecniche, vere o presunte dei singoli. Anche su questo fronte, le crepe si allargano. Senza Mancosu e Pavoletti, e lo si sapeva. Out Makombou e la notizia è arrivata alla vigilia a scombussolare ancora di più casa Cagliari.

La sorpresa? Barreca fuori, Obert in campo. Dunque, un’altra bocciatura per quello che pareva il rimedio a sinistra. In avanti, salta Luvumbo, che entra e dice la sua. Deiola in mediana, Nandez e Falco in avanti. Cosa si deduce dalla decima formazione mutata nelle dodici prime gare della B? Che il tecnico a Bolzano ha il possesso palla più alto (16’ su 29’ nella prima frazione), tira poco e ha labili certezze. Situazione da mediare, dentro e fuori dal campo. Sarà una risorsa? Lo diranno i risultati. “Ultima chance? No, alleno come se dovessi stare qui per anni” le parole del tecnico alla vigilia. C’è tanto da fare ma il pareggio e la tenuta danno una sensazioni apprezzabile.

Corpo a corpo. Con la debuttante in B, Bisoli, arrivato dopo Zauli e Greco, ha fatto la rivoluzione. Organizzato, solido, difesa granitica (7 reti subite) corsa veloce, agonismo intelligente. Più i tempi giusti nelle ripartenze, nei raddoppi. E tanta umiltà, specie senza palla. Buone pedine, Rover, Odogwu, Tait, Mazzocchi, Curto, Nicolussi Caviglia, il veterano Migliaccio. Poi, la fatica e la qualità che il Cagliari ha, hanno ribaltato il canovaccio di una gara intensa e a tratti bella. Dopo 7’ scarsi e il Südtirol passa con il dottor Odogwu, due lauree in Economia e commercio all’Università di Verona. Capradossi? Inguardabile. Pare l’anticamera del solito inferno. Invece no. La reazione con Nandez, Deiola e Lapadula, mostra un gruppo che non ci sta. Bene.

La gara si anima. Il Cagliari fa possesso, il Südtirol attacca in verticale. Inutile dire cosa paga di più. Nella prima mezz’ora mancano all’appello i big, Nandez e Rog: si risorgeranno nella ripresa. Si rivedono lanci lunghi e fraseggio che non guadagna mai metri in avanti. Viola in regia? Benino. Ma i lanci per Lapadula, blindato tra due corazzieri, non servono. I rossoblù reggono. Il pari è del collettivo, dato interessante per il prosieguo di stagione. Su punizione di Viola e respinta di Poluzzi, segna  Lapadula. I 650 tifosi sardi festeggiano.

Una mezza beffa. Il Cagliari parte meglio, più tonico. Mai visto così reattivo. Nandez cresce. Il Südtirol reagisce. Anche nelle seconde palle i rossoblù alzano l’attenzione. Dei tiri si è detto. Ma è la testa che pare guardare nella direzione giusta: possesso palla ma non solo. I rossoblù hanno uno spartito interessante. Rog, Deiola e Di Pardo sfiorano il raddoppio di testa. E Bisoli si spaventa. Baroni fischia il rigore, con il Var, su Lapadula: Viola non sbaglia. La notizia? Mai prima d’ora la squadra di Bisoli (espulso nel finale) aveva subito due gol.

Sempre Viola sfiora il raddoppio. Ecco, la lettura della squadra – con i cori dei tifosi – è positiva. E lascia ben sperare. Ma non basta. Il Südtirol, pur stordito, non molla. E nell’extratime evita la sconfitta con Odogwu. Liverani protesta ma (al contrario di Bisoli) non viene espulso. Ma da Bolzano si rientra alla base con qualche elemento nuovo e interessante. Adesso, serve un balzo deciso per coltivarli al meglio. Con modestia e applicazione: sempre fuori dalla zona play-off, si deve lavorare duro e in silenzio. Magari non tutti.

Notarelle

Bisolone. Sei annate, incluse quelle emozionanti con Carletto Mazzone, 188 gare, 5 reti e due gambe date ai colori rossoblù. Dal campo lo fa fuori Ventura. In panca dura poco. Nel 2010 viene giubilato dalle leggende o pseudo tali. È la storia dello sport. Che spesso, come si è visto anche di recente, ripaga con gli stessi mezzi chi ha provato a giocare sporco.

Seicentoventicinque piccoli grandi eroi. Certo, viene facile obiettare, gli eroi sono altri. Ma quando da due giorni il settore ospiti del Druso, lo stadio più “intimo” della B con 5.500 seggiolini, è sold put, la smorfia di plauso, compiacimento e vicinanza è obbligata. Emigrati, persone che per scelta obbligata e quasi mai per sfizio, hanno salutato la Sardegna. Tifare Cagliari è una sorta di collante identitario, che fortifica e rende orgogliosi. Ricorda le proprie origini, le famiglie, i parenti e i luoghi lontani dal posto di lavoro. Dal Campidano alla Gallura, passando per Barbagia e Sulcis. Bravi, comunque vada, quest’anno e sempre.

 

 

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