Attaccante dal fisico poderoso, originario di Pola, Rodolfo Ostroman difese i colori del Milan prima e del Cagliari poi tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso: in anteprima, uno dei contenuti speciali di CalcioCasteddu Magazine in uscita per il match di sabato
IMPERO AUSTRO-UNGARICO. Per parlare di Cagliari-Milan, ripeschiamo dai libri di storia un personaggio che ci riporta idealmente indietro di quasi un secolo: si tratta di Rodolfo Ostroman (spesso riportato con doppia n nel cognome), goleador che indossò per quattro stagioni i colori del Milan prima dell’avvento del girone unico, e poi per un’unica annata quelli del Cagliari. Descritto dalle cronache d’epoca quale centravanti potente e specializzato nel gioco aereo, Ostroman era nato nell’allora Impero austro-ungarico. Pola sarebbe poi passata sotto il Regno d’Italia e poi alla Jugoslavia. <Rudi> aveva iniziato a giocare a pallone nella Grion e poi nell’Edera, sempre nella città natale, prima che quest’ultimo club venisse sciolto dal regime fascista.
UN TRAMONTO COMPLICATO. Passa al Milan ventenne, facendosi subito notare a suon di gol. Sembravano pronte a schiudersi per lui le porte della Nazionale: ma il rifiuto del cambio di cognome da Ostroman a Pasqualini, richiesto dal regime, gli costò la maglia azzurra. Un infortunio lo fece cadere in disgrazia, ma si rifece (almeno in parte) con la Triestina, con cui disputò il primo storico campionato di Serie A a girone unico 1929-30. Un anno al Legnano e poi la cessione al Cagliari, appena promosso in cadetteria. Segnò la prima rete alla 4ª giornata contro il Monfalcone, nella squadra che si classificò al 13° posto agli ordini del grande Ernest Egri Erbstein, il quale lo aveva contattato in prima persona e che sarebbe poi morto con il Grande Torino a Superga. 10 gol in 32 presenze: questo il bottino dell’avventura di Ostroman in terra sarda, prima di tornare alle origini con la Grion, sodalizio che avrebbe in seguito allenato. Morì a Pola nel 1960 dopo una breve malattia e difficilissimi anni nel primo Dopoguerra, in cui aveva conosciuto il carcere e sbarcato il lunario come oste nella sua città.
(Foto tratta da “La grande storia del Cagliari – Volume 1” di Corrado Delunas; si ringrazia Luca Dibenedetto, autore de “I pionieri alabardati”, per la condivisione di alcuni contenuti)