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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, l’1-1 col Napoli è un pareggio amaro

Jp10 e soci dominano, costruiscono palle gol, mostrano maturità e gambe. Gli ospiti soffrono ma pareggiano in chiusura. Venezia riagganciato al terzultimo posto

Comunque lo si legga, per come è andata la partita, ci si ritrova con 2 punti in meno. Senza nulla togliere a un Napoli in corsa scudetto, il Cagliari prende per il verso giusto una sfida che vale ben oltre quel che dice la classifica. L’1-1 lascia rabbia e amarezza ai rossoblù. Aver condotto per i due tempi, mostrando carattere e organizzazione, ha dato l’aroma giusto alla tifoseria. Poi, ci sono i se e i ma. I valori tecnici e gli organici. E il maestrale, con le raffiche di forte vento che hanno condizionato l’incontro. Ma i rossoblù che sfoderano coraggio e attenzione meritano un applauso. I 22 punti riportano la formazione di Mazzarri alla pari del Venezia, terzultimi in condominio. C’è da sfoderare unghie e orgoglio. Ma la sensazione è buona. E domenica si va a Torino con i granata di Juric.

ATMOSFERA CHE CONVINCE. Un Cagliari in fiducia. Aggressivo, capace di andare sull’uno contro uno senza titubanze, che sta bene, sicuramente meglio rispetto all’andata, fisicamente. Un aspetto chiave per capire quanto si sia alzata l’asticella del rendimento. Ci sarà da soffrire, dietro nessuno molla, il divario tra le ultime dieci, rimane sotto controllo, La prima mezz’ora registra le fiammate di Joao Pedro, in ottima condizione. Cragno rischia meno di Ospina. Sì, nel primo tempo la squadra conferma di aver levato le rotelle posteriori dalla bici. Il gruppo è maturo, il lavoro di Mazzarri, piaccia o meno, pure. Giocare contro un Napoli reduce dal pareggio, ma per tre quarti avanti con personalità e qualità, al Camp Nou con il Barcellona, non è mai facile. Per nessuno.

E per stare in casa nostra, per i campani, con il Milan che pareggia con gli ultimi della classe a Salerno e l’Inter che perde a San Siro con il Sassuolo, l’ occasione è ghiotta. E i 32 punti di differenza non si vedono. Così come la differenza di reti fatte e subite: 47 e 17, Mertens e soci, 25 e 46 i rossoblù. Numeri da brivido. Ma il campo dice altro. E i dodicimila applaudono. La serata è calda anche per i supertifosi. Gli ultrà napoletani, circa duecento, sfilano per la città dalle due del pomeriggio. Tensione ma nulla più. Joao Pedro rende omaggio ai tifosi della Nord: ricorre l’anniversario della scomparsa di Valery Melis. Rip. Si gioca.

STRATEGIE E DETERMINAZIONE. Assenze e forfait di vecchia data e dell’ultimora da entrambe le parti. Le novità? Il recupero in extremis di Lovato e la partenza dal 1′ di Baselli. Difesa con Goldaniga e Lovato, più Altare. In mezzo un sardo doc, Deiola con i soliti noti. In panca Pavoletti, non al meglio, e Keita, fiducia a Pereiro. Con Baselli, l’uruguagio ronza dietro JP10. Funziona. Spalletti lancia Petagna, Osimhen è acciaccato così come Fabian Ruiz, con Mertens ed Elmas a rimorchio. Ma i suoi sono lenti, sbagliano troppo, cincischiano. L’avvio è guardingo ma per nulla timoroso: Bellanova e compagni se la giocano anche sulle seconde palle. Mazzarri tiene i reparti corti, in mezzo c’è densità. Il rinomato palleggio degli ospiti non si vede, se non a sprazzi. Su queste sinfonie si vede un volto, quello dei Quattro mori, che piace e convince.

PEREIRO COLPISCE ANCORA. Tra primo e secondo tempo Cagliari e Napoli si fronteggiano con cautela. I padroni di casa hanno energia e concentrazione da vendere. Gli ospiti traccheggiano, stanno sulle punte: il modo migliore per firmare figure di melma. Andrà così. L’occasionissima di Deiola, piattone dal dischetto, una sorta di rigore in movimento, che finisce a lato. Quindi, arriva San Pereiro. Gaston la mette a giro, Ospina è al cinema: 1-0. Pur in vantaggio i rossoblù tengono alta la linea difensiva. Grassi pulisce palloni, Bellanova e Dalbert sono sul pezzo. Tutti sanno che neanche una mezza seconda palla può essere lasciata a Malcuit e soci. La mezzala di San Gavino dà l’anima. Ma la fortuna non gli regala nulla: di testa impegna Ospina, sulla respinta Baselli calcia in curva.

La palla che vale il 2-0 sfuma così. Ma si gioca con una consapevolezza che ricorda l’exploit di Bergamo con l’Atalanta. gambe, cuore e testa assieme. Il Cagliari sa cosa fare. E, soprattutto, cosa non fare. Grassi, ad esempio. Un monumento per tempi di gioco e lettura del come e del perché serve umiltà anche sui palloni apparentemente più semplici. Spalletti inserisce Osimhen, Fabian Ruiz e l’ex Ounas. Mazzarri richiama Grassi per Marin. Zappa sostituisce Baselli, Pavoletti subentra a Pereiro. Ma più che la reazione del Napoli, ci prova ancora il Cagliari.

DAL POSSIBILE 2-0 ALL’1-1. La cifra del match rimane precisa: il Cagliari è vivo. Joao Pedro sfiora la traversa. La squadra ha voltato pagina. Senza facili illusioni né scorciatoie. L’atteggiamento tattico scelto dal tecnico di San Vincenzo è stato letale: come la pellicola di nylon che avvolge i trolley sgangherati all’aeroporto. Ma la prestazione è figlia per buona parte della ritrovata condizione agonistica. E di un lavoro settimanale minuzioso. Il campionato è lungo, ma un altro passo avanti verso la resurrezione, con la ritrovata convinzione, passa da qui. Ospina fa il miracolo su Marin. C’è anche una palla gol-non gol.

Ai punti la vittoria è rossoblù, dalla a alla zeta. Poi, Mario Rui trova sul secondo palo Osimhen: incornata che vale il pareggio. Che poi sul fatto che Cragno legga male il traversone, faccia un passo avanti e due indietro, e Altare non anticipi il centravanti del Napoli, c’è da discutere. Si chiude con il Napoli avanti. Ma nessuno pensi a un Cagliari rinunciatario o intimorito. Il punto è prezioso, potevano essere tre. Ma nella risalita va bene così.

I NUMERI. Trentacinque sfide tra Amsicora, Sant’Elia e Sardegna Arena con 9 successi rossoblù, 15 pareggi e 11 vittorie del Napoli. L’ultimo sorriso per la tifoseria risale al 19 aprile 2009. Segnano Jeda e Lazzari, in panca c’è Allegri. Nelle ultime sei trasferte i campani in Sardegna hanno sempre vinto. Stavolta sbattono su un cancello di orgoglio, maturità e determinazione. Fortza paris.

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