Mario Brugnera, eroe dello scudetto cagliaritano nel 1970, lasciò la Sardegna in prestito nell’estate ’74: al Bologna andò male, malissimo. A poche ore dal match contro il Cagliari, riviviamo quella strana stagione di esilio per un mito rossoblù
PRESTITO ALLA PARI. Mario Brugnera, nell’estate 1974 ha 28 anni. Un giocatore tecnicamente validissimo e molto duttile, che aveva iniziato la carriera da punta pura per poi diventare mezzala: negli ultimi anni di carriera sarebbe addirittura arretrato a libero. Un eroe dello scudetto del Cagliari ’70, entrato stabilmente nell’undici titolare quando Scopigno dovette sostituire l’infortunato Tomasini, arretrando Cera in retroguardia. Quattro anni dopo il trionfo il calciatore deve lasciare la Sardegna, in quanto è stato formalizzato un prestito alla pari con il Bologna (Novellini avrebbe fatto il percorso inverso).
ESILIO DISGRAZIATO. Il matrimonio sportivo con la società petroniana non va secondo le previsioni. Brugnera non trova spazio e, oltretutto, incappa in un malaugurato stiramento all’inguine. A marzo, prima che il Bologna affronti il Torino, l’ex cagliaritano si lascia andare a uno sfogo con i giornalisti: “Purtroppo ho perso un’intera stagione nel peggiore dei modi. All’inizio pareva che l’allenatore contasse moltissimo su di me, poi poco alla volta è arrivata la smentita. Non dico di aver sempre giocato bene, ma indubbiamente non ho sempre meritato di starmene fuori“.
CANTONATA. “Sta di fatto che quando ho chiesto spiegazioni mi è stato risposto che ero stato preso come punta, e che sotto quel profilo avevo deluso. Ma insomma, dico io, possibile che possano avermi scambiato per una punta, se non ho mai giocato in quel ruolo specie negli anni del Cagliari? Evidentemente qualcuno deve aver visto male. E ora non gioco anche perché sono in prestito; come Novellini del resto. Ma ormai per me è andata così: un anno gettato al vento“: una situazione surreale… Brugnera concluse l’annata con la miseria di 5 presenze (allenatore del Bologna in quel campionato fu Bruno “Petisso” Pesaola, ndr), e tornò alla svelta in Sardegna. Dove avrebbe giocato altre 7 stagioni, portando a 13 il totale in maglia rossoblù per diventare una leggenda del club.
(Traccia sviluppata da: La Stampa, 14 marzo 1975)