Riviviamo, nel giorno della finalissima europea tra Italia e Inghilterra, cosa avvenne alla vigilia dell’ultimo atto romano del 1968. Quando Gigi Riva si apprestava a entrare nella storia azzurra
BIS. Della finale bis dell’Europeo 1968, che l’Italia organizzò e vinse, si è detto ormai tutto in questi decenni. Allora focalizziamo l’attenzione sulla figura del bomber del Cagliari Gigi Riva in quel successo, arrivato come detto in un particolarissimo ultimo atto ripetuto a distanza di due giorni dall’1-1 contro la Jugoslavia. <Primo tempo> a cui Riva non prese parte.
CEROTTI. Spulciando tra i quotidiani dell’epoca, troviamo una vigilia preoccupata su La Stampa. Quella prima finale, che si apprestava a vedere la sua ripetizione, lasciò pesanti strascichi nella squadra azzurra di Valcareggi. Un’Italia incerottata, con ben 9 infortunati: Rivera, Ferrini, Castano, Juliano, Lodetti, Anastasi, Domenghini, Prati e Bercellino. Alla fine, Anastasi e Domenghini sarebbero riusciti a recuperare. E Riva?
LA ZAMPATA DEL BOMBER. Com’è noto, il cannoniere del Cagliari fu portato ugualmente da Valcareggi alla fase finale di quell’Europeo, allora con sole 4 partecipanti, nonostante le precarie condizioni fisiche: un fatto che la dice lunga sul valore del giocatore e sulla considerazione del ct nei suoi confronti. Riva scese in campo, quel 10 giugno ’68, e lasciò il segno alla sua maniera con un sinistro chirurgico che aprì il tabellino del 2-0 finale. Che sia di buon auspicio all’allievo della sua scuola calcio, quel Nicolò Barella che oggi si appresta ad affrontare l’Inghilterra con la Nazionale azzurra nella finalissima di Euro 2020. C’è in palio una coppa Delaunay su cui imprimere di nuovo, tanti anni dopo, una traccia cagliaritana.