Le sconfitte contro Juventus e Spezia hanno decisamente vanificato quanto di buono intravisto nelle tre gare precedenti
Dopo le vittorie contro Crotone e Bologna, ed il pareggio ottenuto in zona Cesarini contro la Sampdoria la maggior parte della piazza rossoblù si era convinta di aver finalmente cambiato rotta, coinciso con il tanto agognato avvicendamento in panchina.
Ma sono bastate le sconfitte contro Juventus e soprattutto quella di sabato pomeriggio in casa dello Spezia per far ripiombare tutti nello sconforto.
Contro la Vecchia Signora, che solo qualche giorno prima aveva disputato 120 durissimi minuti contro il Porto, si è vista una squadra molle, che già dopo trenta minuti sarebbe voluta andare sotto la doccia.
Effimera la reazione della ripresa, con l’avversario in palese debito di ossigeno e che, considerato il risultato già in cassaforte, non aveva interesse alcuno a forzare la mano.
Contro lo Spezia la dolorosissima conferma: il Cagliari non ha risolto i problemi di fragilità mentale, gli stessi che hanno condizionato la gestione di Eusebio Di Francesco.
Nonostante un primo tempo in cui Joao Pedro & Co hanno prodotto almeno tre palle gol e dominato sotto l’aspetto territoriale, nella ripresa è bastata la rete di Piccoli per sgretolarsi come neve al sole. Lo Spezia, che non vinceva da oltre un mese, ha preso coraggio ed ha costretto gli inermi rossoblù a difendersi.
Con evidente ritardo (altro importante segnale che probabilmente anche l’attuale tecnico trova difficoltà a far quadrare le cose) sono arrivati i cambi che hanno dato una scossa, ma il risultato, considerati gli errori, anzi gli orrori, sotto porta, è stato modesto.
Ergo, il Cagliari è terz’ultimo in classifica, il Toro dista solo un punto, ma con una gara da recuperare ed uno spirito sicuramente diverso.
Niente è ancora deciso: ci sono ancora dieci partite da disputare e trenta punti a disposizione. Ma è altrettanto vero che al momento la squadra rossoblù non riesce ad esprimersi, ed il cambio tecnico non ha risolto le precedenti problematiche. L’auspicio è che la sosta possa sortire qualche benefico effetto.
Ma un quesito regna sovrano: la colpa era davvero del precedente tecnico?