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IL DRIBBLING DI…MARIO FRONGIA Cagliari, l’incubo prosegue a Marassi

Il Genoa degli ex Ballardini, Marroccu e Marchetti firma la sesta sconfitta di fila dei rossoblù. Reazione sterile, classifica da retrocessione: Maran al girone d’andata aveva chiuso con 29 punti, adesso sono 14. Il futuro di Eusebio Di Francesco? Giulini annuncia il rinnovo nel dopogara. E avverte: “Campioni e nazionali sappiano che se non si tirano fuori da questa situazione il prossimo anno giocheranno in un’altra categoria”

Eusebio Di Francesco, non sarà il solito capro espiatorio di un progetto supportato da scelte e figure fallimentari, dichiarazioni faraoniche. Basta andare a rivedersi la conferenza stampa di presentazione dell’allenatore a Palazzo Doglio o le ultime due interviste del presidente. Ieri, Tommaso Giulini è apparso in tv nel dopo gara: “Abbiamo rinnovato con Di Francesco. C’è un girone di ritorno per salvarci, campioni e nazionali sappiano che dovranno cavarsi fuori dai guai. Altrimenti giocheranno in un’altra categoria”. Era ora, viene da dire. Di metterci la faccia, chiamare le cose con il loro nome, rispettare impegni e associare le giuste responsabilità. La classifica è infernale: il Cagliari – in attesa del Parma – è terzultimo con 14 punti, alla pari del Torino e non vince da dodici turni. A memoria, Rolando Maran lo scorso torneo aveva chiuso l’andata a quota 29. Inutile aggiungere altro. Dunque, aria pesante, in campo e fuori. In ritiro da giovedì scorso, (“Non punitivo” ha spiegato ai media il club, “come se invece fosse un premio!” ha commentato un calciatore), a Marassi la posta era da non fallire. Reduci da sei sconfitte (Coppa Italia inclusa), contro il Genoa degli ex Davide Ballardini, Francesco Marroccu e Federico Marchetti, Simeone e soci hanno toppato. Sono andati a corrente alternata come approccio e determinazione, hanno mostrato le note amnesie dietro, il poco filtro in mezzo, la perduta incisività offensiva. La qualità è quella che è. Ma si deve fare di più del 60 per cento di possesso palla finale. I cambi? Tardivi e deludenti. La sorpresa? La fatica e la qualità, soprattutto mentale, di Nandez. Adesso, testa al Sassuolo, poi Lazio, Atalanta e Torino.

Pronti, via. Marin riconfermato in regia è la mezza sorpresa: Oliva pareva aver recuperato spazio, dopo il trolley pronto per i saluti. Invece, Di Francesco (250 gare in A) piazza il romeno in regia, nonostante l’ammissione diffusa di un quasi flop dopo diciotto gare. Per il resto, il Cagliari dei migliori. Con Nainggolan restituito alla trequarti, dove pesa, o dovrebbe, per tiro, assist, personalità. C’è Nandez, dopo i due turni di squalifica. Simeone la spunta su Pavoletti, i due paiono avere il futuro incerto: il club ha urgente bisogno di soldi. Si nota la bocciatura di Walukiewicz per Ceppitelli e i soliti esterni Zappa e Lykogiannis. Ballardini scommette su Shomurodov in coppia con Destro. Il neoacquisto Strootman, l’ex Chelsea Zappacosta, Radovanovic al centro della difesa. In ballo, più dei 3 punti.

Solito copione. Dietro si soffre fin dal via. Da subito pare un assedio: la coppia centrale si fa sorprendere due volte nei primi 3’. La prima si salva in spaccata Godin, sulla seconda sbaglia Czyborra. Ceppitelli? Lancia lungo. Folle pensare che il Cholito possa gestire pallonate simili. Al 10’ l’1-0. Godin si lascia sfuggire Shomurodov, assist di Strootman per Destro, liguri in vantaggio. Il match è elettrico, il Cagliari è meno tosto e rabbioso del Genoa. Duncan non si sente, Nandez pure: cosa succede? Poi, l’uruguagio prende il giallo: era in diffida, sarà di nuovo squalificato per la prossima con il Sassuolo. Si soffre. Gli undici di Ballardini combattono meglio su tutti i palloni. Badelj gestisce bene, Marin meno. Joao Pedro non è lui. Di Francesco sbotta sull’ennesima uscita difensiva sbagliata: “Ma se l’abbiamo provata duemila volte!” urla in diretta tv. Il Genoa ha visione di gioco. Il Cagliari? Dopo 27’ Perin non ha ancora sporcato i guanti. Fino al destro di JP10, prima interessante scossa isolana. Su corner Ceppitelli manca la porta di un soffio. Se si andasse a mordere collettivamente gli avversari, sarebbe meglio. Ci prova Radja, a lato. I sardi crescono, i liguri mettono su una muraglia e ripartono. Marin impegna Perin a terra. Ma è Simeone a esaltare il portiere genoano, decisivo con la mano di richiamo su una sassata dal centro area. A seguire, sempre l’argentino sbaglia lo stop in superiorità numerica. Il Genoa rischia.  Il ritmo è alto. Zappacosta è imprendibile. Lykogiannis non sa cosa fare. Sempre su cross dell’esterno di casa, Shomurodov calcia in curva da due passi. Il Cagliari ha creato, è stato più presente. Ma si chiude senza scossoni.

La musica cambia poco. Ci si aspetta Sottil e Pavoletti. DiFra non brilla per rapidità nei cambi. Destro impegna Cragno. Male Lykogiannis e Marin, tra pressing e appoggi. Nel primo quarto d’ora ci pensa Nandez – sì, c’è anche lui – a mettere in apprensione Perin. Esce Czyborra per Onguene (difensore centrale, ex Salisburgo). Tirano Nainggolan e Duncan, alle stelle. Dopo 62’ fuori Destro e Strootman, dentro i dinosauri della A Behrami e Pandev. Cerri – e non Pavoletti, pare sia affaticato: la società non lo ha detto – per Simeone, Sottil per Duncan. Il Genoa riparte, Zajc a tu per tu con Cragno, spreca. Ma il Cagliari non molla. Anzi, lievita. Ballardini fiuta il pericolo. Richiama Shomurodov, esausto, e inserisce Pjaca. Il croato era stato annunciato nel gennaio 2020 dal club cagliaritano: in pompa magna. Poi, è andato all’Anderlecht. Straflop. Melegoni rimpiazza Zajc. I padroni di casa si difendono e poco più. Nainggolan mette cuore. Zappacosta e Pandev – col cucchiaio, male – soli di fronte a Cragno lo perdonano. Solo per questo sarebbe assurdo non pareggiarla. Ma gira quasi tutto storto. Di Francesco chiama il Ninja, esausto, e inserisce Pereiro.  Cerri al 90’ calcia sopra la traversa una buona palla di JP10. Di Bello fischia. L’inferno è tutto da risalire.

Bye bye Croazia. Marko Rog, vero fenomeno del Cagliari messo ko da dall’infortunio. Marko Pajac, desaparecido per volere societario. E pare strano che con la impellente necessità di spinta, qualità e garra difensiva a sinistra, non sia stato nemmeno convocato. Chissà cosa avrà mai combinato, soprattutto se si pensa che Di Francesco non avrebbe nascosto l’idea di averlo a disposizione. Misteri del club. Ma con i giocatori croati non è mai andata al top. A partire da Duje Cop, approdato al Sant’Elia con le credenziali di vice Mandzukic! Uno dei tanti pesanti abbagli societari, tra le ragioni dell’esonero di Gianfranco Zola e della retrocessione in B. Quindi, Darjio Srna. La leggenda, capitano e consigliere esclusivo di Modric e soci vicecampioni del mondo a Russia 2018, è stato accompagnato all’aeroporto troppo presto. Vittima di promesse e parole non mantenute, con appuntamenti disdetti e ingaggi tagliati dall’oggi al domani. Eppure, lo scorso campionato avrebbe fatto comodo. Infine, Filip Bradaric. Il regista – viene un brivido, viste le ambasce attuali in mediana, nel non avere una possibile utile pedina nel ruolo – è stato prima spedito in prestito. Poi, lasciato a cercarsi squadra nel post Zenga. Eppure, proprio Rog, anche pubblicamente, l’ha definito un grande play. Il retroscena? Trovatosi da solo in Arabia il club, con ingaggio importante, il trasloco è stato bloccato dalla proprietà rossoblù, decisa ad avere un lauto conguaglio. Giusto, sbagliato, dipende dagli accordi. Poi, alla chiusura del mercato, a giochi saltati, gli hanno il via libera. In extremis è giunta l’intesa – stipendio normale – con l’Al Ain, Emirati arabi. Ce ne fosse bisogno, Filip ha capito qual è la sinfonia in casa rossoblù.

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