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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Il Cagliari imbriglia il Parma: lo 0-0 è un mezzo passo avanti

Al Tardini nessuno la mette dentro. Ritmi buoni a sprazzi, equilibrio, poca personalità e qualità assente sotto porta che però resta intatta e classifica che si muove

Kucka e Inglese sono le due principali novità casalinghe al Tardini. Oliva e Cerri sono le sorprese con la maglia rossoblù. Eusebio Di Francesco tiene conto delle tre gare in otto giorni. Turn over, dunque. Con Marin in panca, poco distante da Simeone e Pavoletti: senza se e senza ma, entrambi partirebbero titolari in buona metà delle squadre della A. La sfida si annuncia interessante. Il Parma in A è quella che ha tirato meno, il Cagliari quella che ha subito più tiri. Dal campo alla panca. Il desiderio di Liverani? Dare una prima sterzata alla stagione dopo il pareggio, avanti 2-0, imposto o subito a San Siro contro il Milan primo in classifica. A dire il vero, Liverani, ex Primavera del Cagliari, ha un filo di veleno in più: l’erede di Zenga in panca sarebbe potuto essere lui. L’ex ds Marcello Carli ha salutato Asseminello anche per non aver visto chiudersi la trattativa. Ma per i bilanci è presto.

EQULIBRIO. Kucka di testa, su corner, è il primo segnale. Cragno c’è. La risposta è di Nandez, al rientro dal 1’: Sepe devia. Di Francesco ha chiesto cattiveria ai suoi, l’approccio è puntuale. Il Cagliari pressa e verticalizza. Sottil (prezioso anche nel ribattere un tiro al volo del solito Kucka) e Joao Pedro sono elettrici: buon segno.  Il Parma cerca il fraseggio, anche orizzontale. Per saltare l’affollata mediana ospite, usa anche il lancio lungo. Il campione d’Europa Bruno Alves, appena una stagione al Sant’Elia: sarebbe stato utile a lungo, sventaglia giocando quasi da libero. Serve pazienza. E un po’ di coraggio. Nandez cresce, Rog macina palloni e chilometri. Il pressing rossoblù (in tenuta gialla) si fa sentire. Scozzarella stirato viene sostituito dopo 18’, Liverani inserisce Sohm (nazionale svizzero, classe 2001) per dare più geometrie in mezzo. Intanto, l’arbitro Pezzuto annulla la rete di testa del liberissimo Osorio, offside di Inglese. Parte Gervinho, Oliva lo stende: giallo.

I duelli in mezzo lievitano in equilibrio. Kurtic e Pezzella a destra e sinistra pungono. Rog e Kucka fanno a tacchettate. Al 27’ Pezzella infortunato lascia per Gagliolo: per il Cagliari significa meno qualità e più forza fisica. Intanto, Cerri sbaglia una serie di appoggi di fila. Ripartire non è facile. Gervinho prende la fascia, Kurtic fallisce la rete di un niente. È il momento di mostrare personalità, per Lykogiannis e soci si mette in salita. Di Francesco si sbraccia e urla, mancano i raddoppi, specie dalle parti di Zappa. Di certo, non sta andando come pensava. Un problema? Il possesso palla. Da qui, una manovra incerta e sfilacciata, si riparte con poca rapidità. Poi, JP10 e Sottil accelerano. Ma Sepe segue in relax. Il Cagliari chiude in attacco, match senza scossoni. E senza gol.

DiFra riparte con Simeone per Cerri: ai lettori il compito di fare la pagella del centravanti che giocava in casa propria. Il Parma cerca Gagliolo, a lato. Ci prova Simeone, centrale. Il Cagliari ha il pallino. Il tecnico deve essersi fatto sentire. Joao, che viaggia su frequenze inferiori a quelle solite, la spizzica su cross di Nandez. Segnali interessanti. Ma entrambi i portieri sono in vacanza. Ci provano Sottil e Inglese, Walukiewicz si distrae. Cragno mette i guantoni su Inglese. Il centrale polacco esce per problemi fisici, Ceppitelli, capitano al rientro sul campo che l’ha visto segnare una doppietta lo scorso anno, 3-1 finale, con Nainggolan out, per la squadra di Maran. Intanto,

Liverani inserisce Cornelius, Brunetta e Hernani per Inglese, Karamoh e Gervinho. Di Francesco richiama Oliva e piazza Marin in regia. I padroni di casa gestiscono ma è Cornelius su progressione di Gagliolo a far correre un brivido a Klavan e soci. Ci prova Brunone Alves, a lato. Lykogiannis esce per crampi, ecco Carboni. Tramoni subentra a Sottil. Si gioca a strappi. Brunetta non trova la porta al volo. Il Cagliari soffre, i cambi non hanno dato la scossa. Identità e garra sono i fattori che fanno la differenza. Ma il Parma non è messo molto meglio. La partita, partita con il cemento sul pallone, si chiude bloccata. Con Joao Pedro che sbaglia la girata. Un punto che non dispiace. Ma c’è da lavorare.

PERSONALITA’ CERCASI. Vincerla quando la stai pareggiando, pareggiarla quando rischi di perderla. I collettivi cazzuti fanno più o meno questo. L’abilità nel gestire al meglio le fasi cruciali, le accelerate avversarie, le proprie amnesie. Chi ha le idee chiare cerca innanzi tutto il far bene assieme che dà autostima e fiducia. Serve tempo, certo. Ma dopo un terzo di stagione riflettere non guasta. A seguire, la difesa che concede: alla vigilia della dodicesima giornata peggio di Cragno e soci hanno fatto solo Crotone (25) e Torino (27). Va meglio in attacco, con 18 marcature. Ma il campanello in difesa squilla incessante, fin dalle cinque pappine incassate dall’Atalanta a Bergamo. E non è un dettaglio lo stop and go di Godin.

La pedina più esperta, anche per resistenza a pressioni e stress, prima è parsa fuori forma e al disotto dello standard noto a livello internazionale. Poi, è stato messo al tappeto dalla positività al Covid. Di fatto, addio al ruolo di chioccia per Walukiewicz e Carboni, Tripaldelli e Zappa. Ma anche a una leadership che in casa Cagliari serve come il pane, specie con le parigrado. A partire dalla prossima alla Sardegna Arena con l’Udinese.

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