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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari: amaro ribaltone interista alla Sardegna Arena

I miracoli di Cragno, il vantaggio con Sottil, il pari dell’ex Barella, poi le reti D’Ambrosio e Lukaku. La differenza nella cifra tecnica e l’organico ospite 

Partita da non buttare, delusione per l’1-3 finale, diverse indicazioni da tenere a bada. Fin dalla trasferta di mercoledì a Parma. Assenti di peso o meno, si può e si deve essere più attenti dietro: Cragno supersonico, di una spanna migliore in campo con alcuni interventi da urlo, non è un buon segnale. Concentrazione e mestiere mancano in parti uguali. In attesa delle altre gare, il Cagliari cede i 3 punti all’Inter e si ferma al dodicesimo posto a quota 12. Con 24 lunghezze gli ospiti sono secondi dietro il Milan. Si parte con Lykogiannis, Pavoletti, Faragò e Carboni. Ovvero, l’ossatura vista una settimana fa a Verona.

Nell’Inter riappare Eriksen, confermato Barella, Sanchez, Darmian e Perisic dal primo minuto. Eusebio Di Francesco sceglie di stare compatto e aspettare. Antonio Conte, riconfermato dopo l’eliminazione dalla Champions, punta su tecnica e velocità. Quel che manca è il cuore e l’ultimo passaggio. Notarella: le vittorie casalinghe con il Crotone (4-2) e con la Sampdoria (2-0) sono state giocate per oltre un tempo con l’uomo in più (espulsi l’ex Cigarini al 48′ e Augello al 40′).

SANT’ALESSIO. Il primo tempo scivola via nel segno di Cragno, con Sottil che mette l’Inter spalle al muro. Il portiere di Fiesole compie almeno due miracoli, su quattro tentativi dei nerazzurri. Lukaku e Sanchez sciupano l’impossibile, Il portierone rossoblù para e tiene a galla il Cagliari. Nei primi 20 minuti il predominio ospite, frutto di una manovra comunque non eccezionale, è asfissiante. Di Francesco chiede alla squadra di alzare il baricentro. Le folate di prima nascono da Brozovic, filtrato da Joao Pedro e atteso da Marin, e trovano misura sul duo SanchezLukaku. Il primo squillo (23′) dei rossoblù è di Rog, che segue come un ombra l’ex Barella, destro a lato. L’Inter trova praterie con il fraseggio veloce e le sponde del centravanti belga, ma la rete non arriva.

Quindi, ci pensa Sottil. Gol del vantaggio (42′) e seconda rete, al volto di sinistro con Handanovic immobile, in campionato. Si chiude con il 55 per cento di possesso palla, 9 tiri e 246 passaggi dell’Inter contro il 45, 5 e 164 di Faragò e soci. La sostanza? L’1-0 su un’Inter molle e superficiale, forse inconsciamente certa di poter passeggiare alla Sardegna Arena, è meritato. Il calcio punisce chi tiene il mento troppo a lungo sollevato.

LA RIPRESA. Il Cagliari parte con personalità. Conte inserisce Hakimi per un inconcludente Perisic. L’Inter è arrembante ma il primo tiro e di Joao Pedro, troppo centrale. Il brasiliano sale in cattedra. Il vento disturba le giocate alte. Al 13′ Erikssen (male) esce per Sensi, Young subentra a Darmian. Cragno si oppone in angolo proprio all’ex United. Carboni e compagni soffrono, ma reggono gli slanci di una formazione superficiale e leziosa. Al 23′ escono Sottil (tra i migliori, e non solo per il gol) per Nandez (al rientro dopo la positività al Covid) e Faragò per Klavan, mossa di DiFra, che mette centimetri e chili per arginare il centro area. Il modulo? Un 3-5-2 elastico, legato al possesso o meno della palla.

L’Inter al 26′ cambia pelle tattica, con Lautaro al posto di Bastoni. Pavoletti è stanco e ammonito, ci si aspetta Simeone, il tecnico schiera invece Cerri. I nerazzurri pareggiano con Barella, al volo sotto la traversa. Poi, il 2-1 lo sigla D’Ambrosio (dentro per Hakimi, infortunato) di testa. Il Cagliari prova a reagire. Cerri sfiora il pari su una prepotente accelerata di Carboni. Ottima la prova del difensore che lascia nei minuti finali per Simeone. Infine, il 3-1 di Lukaku, dribbling su Cragno a metà campo, 50 metri palla al piede e sassata a porta vuota. Si chiude male. E chissà che strazio per la proprietà rossoblù.  

BORDO CAMPO. Un quarto d’ora di ritardo per problemi tecnici inerenti la produzione di Dazn. Pasqua di Tivoli dà il via al minuto di raccoglimento per Paolo Rossi: ha ragione Gene Gnocchi: lassù in alto stanno completando uno dei migliori album delle figurine della storia umana. Intanto, gli inviati si chiedono se in nottata siano stati ripristinati gli ingressi per mille spettatori: in tribuna sono poco meno.

Sponsor, inserzionisti, amici e amici degli amici. Il Cagliari (già sotto l’occhio dei riflettori delle autorità preposte al rispetto delle misure antiCovid, per aver fatto accedere un numero di persone superiore al consentito per la partita con la Samp) fa nuovamente il pienone. Dall’altronde, l’Inter e i suoi sostenitori, non possono non essere nel cuore della proprietà rossoblù. Magari, anche a qualche abbonato (peraltro a credito delle gare non viste lo scorso torneo) avrebbe fatto piacere tifare Cragno e compagni. Niet.

 

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