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1970-2020: fasti e oblio dello stadio Sant’Elia

Lo stadio Sant’Elia, inaugurato poche settimane dopo lo scudetto del Cagliari, taglia idealmente oggi il traguardo del mezzo secolo

COPPA ITALIA. Lo stadio Sant’Elia “compie” 50 anni. Era il 12 settembre 1970, quando Cagliari e Massese inaugurano l’impianto in occasione della Coppa Italia. Un terreno di gioco ambizioso, reso necessario per accogliere meglio la Serie A e una squadra che all’epoca stazionava ai vertici del calcio italiano. Quel giorno la squadra di Scopigno vinse per 4-1, grazie alle reti di Riva (15° e 83°), Gori (44° su rigore) e all’autogol di Zana (52°). Come oggi, si trattò di un sabato. Il Mister di Paularo schierò: Albertosi, Martiradonna, Mancin, Cera, Niccolai, Tomasini (69° Brugnera), Domenghini, Nenè, Gori, Greatti, Riva.

STORIA. Struttura a pianta ellittica in cemento armato a due anelli sovrapposti, completata dopo l’inizio dei lavori nel 1965, costò quasi 2 miliardi di lire. Il “padre” dello stadio Sant’Elia è stato l’architetto Antonio Sulprizio, l’autore dell’ampliamento – resosi necessario per i clamorosi successi del Cagliari – l’ingegnere Giorgio Lombardi. L’impianto ha ospitato cinque incontri della Nazionale maggiore (Svizzera 1967 e 1992, Spagna 1971, Argentina 1989, Russia 2005), tre della fase finale del Mondiale ’90 e grandi artisti in concerto come Joe Cocker, Vasco Rossi, Claudio Baglioni, Banco di Mutuo Soccorso, Rockets, Edoardo Bennato.

DISAVVENTURE. Il Sant’Elia non ha avuto una vita facile. Già due mesi dopo l’inaugurazione, una perdita di combustibile saturò il terreno di gioco e provocò un incendio, con relativa chiusura temporanea della struttura. Le polemiche sulla concezione del progetto complessivo, l’inagibilità del 2002 e le tribune posticce sopra la pista d’atletica. E ancora… il declino e il degrado, con la società costretta ad abbandonare definitivamente l’impianto nel 2012. Ora, dopo il passaggio alla Sardegna Arena, del Sant’Elia non resta che uno scheletro: quasi impossibile immaginare una squadra leggendaria sul suo manto erboso, in attesa della demolizione.

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