Il consiglio della Lega Seria A concluso attorno alle 19 e tenutosi in video conferenza ha deciso che non è più previsto il ritiro dopo le sedute
La Serie A non può ancora ripartire da domani con gli allenamenti collettivi. Nonostante siano state fissate li linee guida dal DCPM, manca ancora il visto da parte del CTS alle modifiche al protocollo e alle linee guida per lo sport di squadra. Valgono dunque, ancora, le norme precedentemente vigenti. Lo riporta l’ANSA. In particolare, una fonte interna al Ministero dello Sport ha spiegato spiegato che il tutto dovrebbe avvenire probabilmente domani. Al punto E del nuovo dpcm, è stabilito infatti che le sessioni di allenamenti degli atleti professionisti possono avvenire solo previa validazione del CTS. Finché questo non avverrà, valgono le regole precedenti, dunque quelle che prescrivono gli allenamenti soltanto in forma individuale.
MEDICI E QUARANTENA. Sul ritiro il Governo ha deciso di andare incontro alle esigenze dei club: non è più previsto. Dissipate le nubi anche sulla responsabilità dei medici: sarà riconosciuta soltanto in caso di mancato rispetto delle misure di sicurezza e dei protocolli. Sul fronte quarantena si cerca una soluzione, il Governo non dà ancora aperture sull’isolamento dell’eventuale singolo positivo ma vorrebbe isolare l’intera squadra coinvolta e si continua a trattare. Lavori in corso dunque.
LE LINEE GUIDA. divieto di assembramento, rispetto del distanziamento di due metri fra un calciatore e l’altro, esercizi (anche con il pallone) con piccoli gruppi. L’attesa è tutta per la nuova proposta di protocollo che sull’asse Lega-Federcalcio sarà inviata nelle prossime ore al ministro dello sport, Vincenzo Spadafora: allenamenti senza limitazioni, garantendo un maggiore monitoraggio con test sierologici e tamponi, proposta che dovrà essere in ogni caso validata dal Cts. Tra 3-4 giorni dovrebbe arrivare la risposta al nuovo protocollo sollecitato dal mondo del calcio dopo il no al ritiro blindato, fra 10-12 giorni, in base alla curva epidemiologica, potrà essere affrontata la possibilità di modificare la norma sulla quarantena automatica che in caso di positività di un membro del gruppo squadra prevede 14 giorni di isolamento per tutti i suoi contatti ravvicinati.