Attraverso la pubblicazione di un comunicato la Federazione inglese ha annunciato il nuovo stop, asserendo: “La saluta pubblica è la cosa più importante”
Presa inizialmente sottogamba, quando è scoppiata in Europa (in particolare in Italia) l’emergenza Coronavirus è più viva che mai in Inghilterra. Il che obbliga ad allungare il periodo di sospensione della Premier League, che aveva previsto il ritorno in campo delle squadre, in un campionato letteralmente dominato dal Liverpool, per terminare la stagione. Attraverso un comunicato pubblicato sul proprio sito web e sui canali social la Federazione ha infatti ufficializzato che il campionato non ripartirà a inizio maggio, come indicato in un primo tempo.
LA NOTA. “La data di riavvio del campionato è in costante revisione poiché si aspettano gli sviluppi della pandemia del COVID-19. La Premier League sta lavorando a stretto contatto con tutto il calcio professionistico in questo paese, nonché con il governo, gli enti pubblici e altre parti interessate per garantire che si raggiunga una soluzione collaborativa. Il ritorno al gioco avverrà solo con il pieno sostegno del governo e quando l’orientamento dei medici lo consentirà“. Novità importanti anche sul fronte stipendi. I club hanno infatti chiesto ai giocatori una riduzione del 30% degli emolumenti, di fronte a perdite sostanziali e continue per la stagione 2019/20 da quando è iniziata la sospensione delle partite. Mossa fondamentale inoltre per proteggere i posti di lavoro. “Questa linea guida – si legge in un comunicato apposito – sarà costantemente sottoposta a revisione al variare dello stato di emergenza“.