Recuperiamo dal baule dei ricordi un personaggio legato in maniera decisa sia al Cagliari che al Napoli, per motivi molto diversi e distanti: si tratta dell’allenatore scudettato 1970
NELLA STORIA. Manlio Scopigno è conosciuto principalmente, e a ragione, per essere stato l’allenatore del Cagliari campione d’Italia 1970. Un’impresa storica, indelebile, che lo ha trasportato direttamente nella storia del calcio italiano. Ma forse in pochi sanno che, se fosse stato ancora in vita (è prematuramente scomparso nel 1993), la partita di domani tra Cagliari e Napoli avrebbe rappresentato per lui un’occasione dal sapore agrodolce.
DESTINO. Prima di diventare apprezzato tecnico, Scopigno era stato calciatore di Serie A. Dopo le avventure con Rieti e Salernitana a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta, era approdato al Napoli nel 1951. Quello che nelle sue aspirazioni avrebbe dovuto rappresentare un trampolino di lancio, si rivelò una trappola del destino. L’11 maggio 1952, sul finire del campionato, il Napoli ospita il Como e lo strapazza per 7-1. Scopigno realizza il suo primo gol in A (59°), ma pochi minuti dopo il sogno si rompe come il suo ginocchio: la rottura dei legamenti, all’epoca, significava la fine della carriera. Tornò per un’ultima malinconica apparizione contro il Novara quasi sette mesi dopo. Poi qualche spicciolo speso successivamente a Catanzaro portò alla prematura chiusura con il calcio giocato. Si sarebbe rifatto con gli interessi sulla panchina del Cagliari, in età matura.