
L’ex ds del Cagliari, attualmente al Genoa, incrocerà di nuovo il suo vecchio club nella prossima gara di campionato. Ha raccontato a L’Unione Sarda alcuni retroscena sugli arrivi di Nainggolan, João Pedro e Cragno
PRESENTE E JP10. Francesco Marroccu è un personaggio legato a doppio filo all’epoca rossoblù firmata Massimo Cellino. Il direttore sportivo cagliaritano ricopre ora il medesimo incarico al Genoa del presidente Preziosi e domenica a Marassi incrocerà di nuovo il suo vecchio club. Ha raccontato a L’Unione Sarda tanti aneddoti sul rapporto con Cellino e in particolare in ambito calciomercato: “Mi ricordo che avevamo appena ingaggiato Donsah, ma Zeman desiderava una mezzala tecnica. Tramite due intermediari cerchiamo il prospetto indicato dal Mister, io e Pierluigi Carta scoprimmo João Pedro osservando un video relativo al suo periodo all’Estoril, in Portogallo. Ci piacque immediatamente, cominciammo ad informarci su di lui. Tramite lo scambio con Cabrera liberammo una casella da extracomunitario e aggiungendo 800.000 euro chiudemmo l’affare“.
CRAGNO E RADJA. Marroccu svela inoltre i dettagli degli arrivi a Cagliari di Alessio Cragno e Radja Nainggolan: “Zeman voleva solo portieri veloci, reattivi e bravi a giocare con i piedi. Cragno, ragazzo straordinario, aveva già gli occhi di diversi club addosso. Il presidente Giulini è molto sensibile sull’argomento, avendo giocato come estremo difensore in gioventù. Rompiamo gli indugi, offriamo un milione al Brescia: affare fatto. Per Nainggolan, invece, non è stato facile. Ma non portarlo, bensì superare le prime diffidenze di Cellino. Radja è tatuato pesantemente, arrivò a una riunione tecnica in ritardo (insieme al croato Brkljaca) per il disappunto di Mister Allegri. Il primo allenamento andò come un treno: ma alla prima da titolare si fece cacciare… a fine stagione convinsi il presidente a riscattare l’altra metà del cartellino di Nainggolan dal Piacenza. Un milione e centomila euro… Il Cesena di Ficcadenti ci aveva offerto lo scambio con Parolo, ma riuscii a vincere le perplessità di Cellino“.
