L’argentino lascia il Cagliari dopo un anno e mezzo di militanza tra tante emozioni che ne hanno caratterizzato alti e bassi
ADDIO SCOTTANTE. In questo calciomercato ricco di colpi di scena non può certo lasciare indifferenti l’addio di Lucas Castro. Arrivato in Sardegna per 6 milioni di euro dal Chievo Verona, El Pata è stato per anni un pupillo e fedelissimo di Maran. È stato, appunto. Perché in questo gennaio qualcosa si è rotto tra il tecnico e il numero 29 ormai ex rossoblù, tanto da portare Castro prima allo scontro con l’allenatore trentino poi all’addio.
I MOTIVI. La causa principale è certamente da ricercare nel poco minutaggio messo a disposizione dell’ex clivense, chiuso dall’arrivo di Nainggolan e dall’esplosione di Joao Pedro, ma anche dalle proprie difficoltà nel ricoprire la posizione di mezzala con la grinta di Rog e Nandez. Il Pata si è sempre sentito all’altezza di ricoprire un ruolo da protagonista nonostante la concorrenza e c’è da dire che alcune prove maiuscole ne hanno certificato lo status di riserva di lusso.
CUORI INFRANTI. Purtroppo però l’estroso fantasista sudamericano ha trovato sempre più stretta la pettorina del panchinaro, sentendosi forse tradito da quel mister che tanto l’aveva coccolato in passato. Un peccato, perché Castro lascia il Cagliari in lotta per l’Europa, nel bel mezzo di un sogno che i tifosi continuano a coltivare grazie alla qualità del reparto nel quale anche lui rappresentava una garanzia.
AMAREZZA. Si può essere importanti anche senza giocare 90 minuti, soprattutto se il sacrificio vale a far sorridere un pubblico che ti ha aspettato sei mesi, tributandoti una standing ovation al rientro in campo e dandoti la carica per tornare subito al gol. Con Lucas a Cagliari si è pianto insieme, nella gioia dei gol e nel dolore dell’infortunio. Lo ha fatto anche Maran, che da anni lo ha messo al centro dei suoi progetti calcistici. Per tutte queste persone valeva la pena aspettare, sacrificarsi e dare tutto per quel sogno chiamato Europa nella stagione del centenario. Ha vinto l’amor proprio. In bocca al lupo.
