Nuovo appuntamento con la pillola storica sull’avversario del Cagliari: parlando di Inter, è impossibile non occuparsi della figura di Angelo Moratti. Un personaggio entrato nelle vicende calcistiche (e non solo) cagliaritane
PETROLIO. Angelo Moratti, il petrolio, gli interessi in Sardegna, il calcio, le vicende del Cagliari. Siamo negli anni Sessanta del secolo scorso. Moratti, industriale varesino classe 1909, comincia la sua scalata ancora molto giovane come rappresentante di combustibili fino a diventarne produttore. L’inizio di un percorso lungimirante, a volte da precursore. Dopo aver acquistato in Texas una vecchia raffineria fonda la Rasiom, a Siracusa. Poi apre una società di trasporto petrolifero marittimo, i suoi affari crescono in maniera esponenziale. Finché nel 1962 realizza la Saras a Sarroch, in provincia di Cagliari, tuttora la più grande raffineria petrolifera del Mediterraneo. Il suo nome entra così di prepotenza nelle vicende socio-economiche della Sardegna in quegli anni.
REGALO. Come raccontò in seguito il figlio Massimo, poi anch’egli presidente dell’Inter come il padre, la famiglia Moratti “deteneva indirettamente il controllo del Cagliari. Quando sembrava ormai fatta la cessione di Riva alla Juventus proprio nel periodo in cui il Cagliari veniva acquistato da un gruppo di industriali sardi, mio padre fu il regista di quell’operazione e fece in modo che il cannoniere non si muovesse dalla Sardegna. Puntò molto con i nuovi dirigenti sulla necessità di non cedere il fuoriclasse al loro arrivo: sarebbe stato un pessimo biglietto da visita per iniziare la gestione del club“. Moratti senior aveva in simpatia le sorti della squadra rossoblù, tanto che gioì sinceramente del tricolore 1970. Uno scudetto a cui aveva personalmente “contribuito” accettando il noto scambio tra Boninsegna e Domenghini-Gori-Poli.
