L’attaccante rossoblù parla della sua esperienza in Sardegna, ma anche dei suoi sogni e delle sue aspirazioni. E sul padre allenatore dice che…
Una bella chiacchierata col Cholito. Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, Giovanni Simeone ha parlato a 360 gradi della sua nuova vita in Sardegna, da come si svolge la sua giornata fino al sogno Champions. “Posso migliorare”, spiega l’attaccante, “corro, aiuto, faccio la guerra. Certo, devo stare più dentro l’area”.
L’AMORE PER IL CALCIO. “È la mia vita, vivo per il calcio. Farei anche il portiere pur di giocare. I miei attaccanti preferiti? Sanchez, Suarez, Morata, Higuain, Falcao sicuramente. Ma ora studio Firmino: è completo, fa giocare gli altri e fa gol”.
IMMOBILE E LA LAZIO. “Ciro in Italia è il migliore, fa movimenti pazzeschi. Se il Cagliari può battere la Lazio? Sì”.
CAGLIARI E L’EUROPA. “Ho la Champions tatuata sul braccio sinistro, la voglia c’è, ma la realtà è che mancano sei mesi alla fine. A Firenze lo scorso anno partimmo forte e ci salvammo all’ultima giornata”.
I SUOI ALLENATORI. “Devo molto a Juric, il suo Verona non mi stupisce. Maran? Persona umile ed equilibrata, un lavoratore”.
IL COMPAGNO DI REPARTO. “Con Joao Pedro c’è intesa, diciamo che è un ragazzino nel corpo di un grande. Ha qualità”.
UN POSTO IN SARDEGNA. “Cala Goloritzè: mi ci ha mandato Lucas Castro. Sono andato con la mia Giulia”.
IL PADRE. “Se mi piacerebbe un giorno essere allenato da lui? Certamente, anche se è difficile lavorare tra padre e figlio. Ma credo sia il miglior tecnico del mondo”.