L’ex attaccante rossoblù ha parlato ai microfoni di Radiolina. Tanti aneddoti, ma inevitabili le domande sul Cagliari di oggi
Uno dei bomber rossoblù di sempre. Sardo doc, Luigi Piras, per tutti Gigi come il mito di sempre, ha parlato ai microfoni dell’emittente radiofonica locale:
IL CAGLIARI ATTUALE. “Assolutamente grandioso. Mi ha sorpreso Nàndez, corre tantissimo. Nainggolan è stata la ciliegina di un grande centrocampo e da questo ne trae vantaggio anche la difesa, più protetta. L’infortunio di Cragno è stato sopperito dall’acquisto di Olsen che sta confermando le sue buone qualità. E’ una squadra che fa paura e di conseguenza gli avversari si chiudono”.
IL LECCE. “A Roma gli hanno annullato un goal in maniera incomprensibile, ma anche a Milano non ha sfigurato nonostante abbia preso 4 goal. Le insidie sono tante, è una squadra che gioca bene, oltre ad avere giocatori importanti come Farias, Lapadula, Babacar”
ACQUISTI. “Acquisterei un attaccante, precisamente Inglese del Parma. Ha le caratteristiche per giocare in coppia sia con Simeone che con Joao Pedro. Con un elemento come lui si potrebbe auspicare a qualche goal importante nei momenti di stanchezza degli altri due. Sa far salire la squadra ed è molto forte di testa. Anche Barrow non mi dispiacerebbe”
CERRI. “Ha un gran fisico e proprio per questo ha necessità di giocare. Solo gli scampoli non gli fanno bene. Bisognerebbe evitare di fischiarlo, ma soprattutto cederlo laddove può giocare con continuità. Si vede che vuole spaccare il mondo quando entra in campo”
TIDDIA. “Parlavo poco, ma di calcio ne capiva tanto. Dalla primavera portò ben cinque elementi a giocare in serie A, Copparoni, Leschio, Idili, Lamagni ed io. Quando terminavano le nostre azioni mi comandava di andare a pressare sul portatore di palla avversario”
LA PRIMAVERA. “Mi piace molto Marigosu, una spanna sopra gli altri. Anche Doratiotto, che ora gioca in serie C ad Olbia, non è assolutamente male. Anche se quando scendi in queste categorie poi finisci per adattarti e rischi di non arrivare nelle serie maggiori”.
I SUOI TEMPI. “Ho giocato con grandi elementi: da Selvaggi, a Marchetti, a Casagrande, senza considerare Brugnera che nei calci di punizione sapeva mettere sempre la palla all’incrocio”