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Stadio nuovo, tempi incerti: colpa della politica sarda o della legge italiana?

Il nuovo impianto del Cagliari continua a subire nuovi stop che non fanno altro che procrastinare i tempi per la sua realizzazione. Di chi sono le maggiori responsabilità?

La strada sembra in discesa, ma le tempistiche sono tutt’altro che definite. Probabilmente i tifosi sardi avranno una nuova casa dove poter sostenere i propri beniamini, ma la realizzazione del nuovo stadio del Cagliari continua a incontrare ostacoli e rallentamenti.

Fin dal 2000, anno del primo progetto presentato da Massimo Cellino, la società rossoblù ha tentato (invano) di costruire un impianto al passo con i tempi. Le lungaggini burocratiche e i veti incrociati hanno sempre avuto l’ultima parola in quello che può anche essere definito come mal costume tutto regionale, ma non solo. Anche la legge italiana non facilita questo tipo di interventi, sebbene le ultime appositamente licenziate avrebbero dovuto snellire i tempi.

La domanda ora è: chi ha le maggiori colpe negli enormi ritardi accumulati per ciò che concerne la realizzazione del nuovo stadio del Cagliari? La responsabilità è della politica sarda che non ha saputo coordinarsi o di una legge italiana ancora troppo poco snella?

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