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La macchina del tempo: Roma, storia e protagonisti

La veracità della metà romanista della Capitale, passione pura che nel tempo si è nutrita di rari trionfi e tanti campioni. Breve viaggio nel pianeta del prossimo avversario del Cagliari

FORNARETTO. La storia della Associazione Sportiva Roma è intrisa di passione e attaccamento ai suoi colori da parte dei suoi tifosi. Il primo successo della società giallorossa risale addirittura al periodo fascista: stagione 1941-42, con il “Fornaretto” di Frascati Amedeo Amadei quale principale beniamino del pubblico. A cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta ecco una delle più grandi bandiere, il difensore Giacomo Losi, nato in Lombardia ma diventato “core de Roma“. Fu lui, da capitano, ad alzare la Coppa delle Fiere 1961, considerata l’antesignana dell’odierna Coppa Uefa. Losi sollevò pure la prima Coppa Italia nel 1964. Nel 1969 la Roma fu scossa dalla prematura scomparsa dell’attaccante Giuliano Taccola, avvenuta proprio a Cagliari. Arrivarono gli anni della cosiddetta Rometta, abbastanza scarni dal punto di vista delle soddisfazioni per i tifosi per tutto il decennio dei Settanta, in cui la squadra riusciva raramente a schiodarsi dal centro classifica, pur lanciando ottimi ragazzi cresciuti nel vivaio. Un nome su tutti, il bravissimo e sfortunato Francesco “Kawasaki” Rocca.

L’ERA DI NILS. Fu l’arrivo in panchina di Nils Liedholm, ex grande calciatore svedese e sulla panchina del Milan campione d’Italia 1979, a cambiare le cose. Prese gradualmente forma un gruppo importante, guidato dal braccio di Liedholm in campo: il numero 10 e capitano Agostino Di Bartolomei. C’era il funambolico Conti, il baffuto bomber Pruzzo, il rosso Chierico, il poderoso Nela, due ottimi stranieri come il brasiliano Falcão e l’austriaco Prohaska. Nel campionato 1982-83 un trionfo tricolore atteso per 41 lunghi anni, seguito dalla mesta sconfitta nella successiva finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool. La Roma di Liedholm terminò il suo ciclo, in quegli anni si assistette però a una massiccia produzione di buoni talenti. Come Giuseppe Giannini, detto “Principe”, che ereditò il numero 10 da Di Bartolomei. Da ricordare l’esperienza italiana del bomber tedesco Rudi Völler. Alti e bassi, sempre una mezza disperazione con il nuovo millennio in arrivo.

TOTTI. Si chiude il Novecento e sboccia il grande astro Francesco Totti, destinato a diventare leggendario. Una vita in giallorosso, uno scudetto da capitano (2001), trofei che avrebbe potuto forse cogliere altrove sacrificati sull’altare dell’amore per questi colori. Prende sotto la sua ala protettrice il più giovane Daniele De Rossi e insieme compongono una coppia di bandiere eterne, facendo da chiocce ai compagni più giovani fino a che – per un motivo o per l’altro – si allontanano loro malgrado dal club: ma queste sono altre storie. La proprietà è statunitense, James Pallotta è presidente dal 2012 e ha riportato su ottimi livelli la Roma dopo qualche anno complicato. La nuova scommessa è il tecnico portoghese Paulo Fonseca, che punta sui gol del bomber Dzeko e la verve di tanti talenti per riportare i giallorossi nell’Europa che conta.

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