Il Corriere dello Sport rimarca l’importanza del giocatore napoletano nella difesa del Cagliari, ormai titolare fisso
LAVORO. Fabio Pisacane non lo si scopre oggi. Un elemento che ha fatto del lavoro, dell’abnegazione e dell’applicazione le sue armi vincenti. Anche in Serie A, dove è arrivato praticamente a 30 anni dopo tanta gavetta e problemi di salute che avevano rischiato di rovinargli la carriera. Diventato protagonista con Rastelli, che lo aveva portato da Avellino, ha vinto lo scetticismo di chi lo considerava solo il cocco del tecnico. Con López e Maran ha dimostrato ulteriormente il proprio valore.
PUNTO FERMO. Difensore centrale utilizzabile anche da esterno, su entrambe le fasce, Pisacane anche in questo campionato è partito indietro nelle gerarchie. Poi i problemi fisici di qualche compagno e la chance da non sprecare: raramente buca gli appuntamenti, “Pisadog”. Così compone ormai la coppia centrale titolare insieme a capitan Ceppitelli, con cui l’affiatamento è buono. Il Cagliari ha dovuto rinunciare proprio al numero 23, poi a Klavan, ora anche Romagna ha avuto dei problemi. Pisacane è stato sempre il punto fermo su cui Maran ha potuto fare affidamento davanti a Cragno: un biglietto da visita importante da salvaguardare nell’unico modo che Pisacane conosce. Lavorando, lavorando, lavorando. Sa bene che tutto va guadagnato con impegno e sacrificio, nulla è scontato. Ma quando le occasioni capitano, bisogna prenderle al volo.