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Figc, Gravina: “Riportiamo il calcio al centro. Incoraggiante la Nazionale di Barella”

Le parole di Gabriele Gravina, nuovo Presidente Figc, sul calcio italiano e sulle riforme necessarie per rinnovarlo.

L’INTERVISTA. Pugliese, 65 anni. Già presidente della Lega Pro e del Castel di Sangro che negli anni ’90 visse la favola della Serie B. Gabriele Gravina, da lunedì, è il nuovo presidente della FIGC. Una carica tanto importante quanto gravosa, sia in termini di responsabilità che di peso, essendo il numero uno del calcio italiano. E diventando, di fatto, l’uomo che dovrà rilanciare il calcio italiano dopo nove mesi di commissariamento, dopo l’era Tavecchio e, soprattutto, dopo il disastro dei Mondiali mancati. Intervistato da L’Unione Sarda, ecco come ha risposto Gravina alle domande sulla riforma del calcio italiano (prima parte dell’intervista, qui la seconda).

IL PROGRAMMA. Giustizia sportiva, stadi, settori giovanili, addirittura l’istituzione dell’ora di calcio nelle scuole. Un programma innovativo quello di Gravina, che gli ha permesso di trovare il 97,2% di consensi nelle urne. Ma il numero uno della Federazione ha ora da affrontare vere e proprie emergenze e non a caso, dopo la sue elezione, ha subito dichiarato: “Il nostro calcio, per tornare a essere magnifico, deve cambiare direzione“. E uno dei primi atti, in sovrapposizione con quello della giustizia, potrebbe essere la riforma dei campionati: Serie A e B a 20 squadre e Serie C a 60, ma col regime del semi-professionismo.

L’ELEZIONE. “Il 97.2 per cento è per me una soddisfazione enorme, ma anche una grande responsabilità. L’assemblea mi ha conferito un mandato molto ampio: mi ha detto senza esitazioni ‘abbiamo fiducia in te, vai e procedi’. Sibilia vicario? È una scelta di rispetto nei confronti della Lnd, che nell’assemblea federale esprime il 34 per cento. Poi c’è grande stima e fiducia nella persona”.

RINNOVAMENTO. Voglio restituire al calcio una centralità venuta meno. Nazionale? Lo credo fermamente. Si è perso il valore della relazione e dello stare insieme, che devono essere la chiave della riscossa. Intanto, la Nazionale dei giovani, quindi anche del sardo Barella, dà già segnali incoraggianti”.

IL CALCIO NEL CAOS. I casi Entella o in generale di giustizia sportiva sono la punta dell’iceberg di un mondo che deve ripartire da riforme serie. Le falle sono anche altrove. In Italia per esempio mancano impianti adeguati, quelli che esistono sono fatiscenti. Bisogna offrire al pubblico la percezione di poter frequentare luoghi sicuri. Curve e mafia? Questo è un tema che lascio alla magistratura ordinaria. È il rapporto tra società e curve che dovrebbe essere ordinato“.

RAPPORTO CON IL GOVERNO. “Col Sottosegretario Giorgetti (con delega allo Sport, ndrabbiamo discusso dei controlli, di giustizia sportiva e di infrastrutture, con l’idea di lavorare assieme per una candidatura dell’Italia per gli Europei 2028. Un evento importante, che darebbe l’opportunità di creare stadi più moderni e funzionali. Ho riscontrato disponibilità e condivisione. Nei confronti del Governo noi siamo per il dialogo, che significa condividere i percorsi ma senza subire forme di ingerenza“.

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