Grande momento per Leonardo Pavoletti, la cui vena realizzativa sta tenendo a galla il Cagliari. La manovra rossoblù sembra aver fatto però un passo indietro
CLASSICO. Già nella scorsa stagione, Leonardo Pavoletti ha dimostrato di poter monetizzare i palloni che gli arrivano in area dai compagni. La sua efficacia nel gioco aereo è diventata ormai proverbiale e temuta. Però quest’arma offensiva del Cagliari, nel 2017-18, si era rivelato l’unico grimaldello studiato dalla guida tecnica per far saltare le difese. Troppo poco, puntare solo sui cross dalle fasce alla ricerca della punta toscana: si è infatti diventati troppo prevedibili e sprovvisti di alternative valide.
MANOVRA E MARAN. L’arrivo di Rolando Maran quest’estate ha permesso al Cagliari di sviluppare altre soluzioni offensive, da affiancare a quella principale che è rimasta inalterata: innescare “Pavo-gol”. Maggiore circolazione della palla, ricerca della verticalità e, soprattutto, abolizione del lancio lungo con l’inserimento dei centrocampisti a supporto della manovra offensiva. Elementi apprezzati nelle prime uscite della squadra, contro Atlético Madrid e Palermo – in Coppa Italia – ma un po’ spazzati via dalla prova deludente di Empoli. Nel match contro il Sassuolo si è visto un buon Cagliari, senza dubbio. Compatto, grintoso. Però si è di nuovo fatto troppo affidamento alle fasce, con Barella e Ionita che di fatto si sono inseriti nel vivo del gioco solo raramente. Castro era out per infortunio, sostituito da Dessena. La sensazione è che, con un pizzico di personalità in più, si possa cercare meglio il jolly. A volte anche una conclusione dalla distanza può rivelarsi decisiva: basta provarci.