L’icona del Cagliari degli anni ’70 e ’80 crede nella salvezza dei sardi e vede il Crotone probabile terzultimo. Sulla prossima stagione “conferma” López e non chiede rivoluzioni.

GIGI PIRAS. Se il Cagliari di fine anni ’70, inizio anni ’80, dovesse avere un volto, molto probabilmente sarebbe quello di Luigi Piras, per tutti Gigi. Attaccante made in Sardinia, di Selargius, 320 presenze e 87 reti con i rossoblù. Esordiente nelle annate post scudetto, eroe della permanenza in B dei sardi – leggendaria la coppia d’attacco con Virdis– e della successiva promozione in massima serie, nella stagione ’78-’79. Negli ultimi anni di carriera vedrà il Cagliari, dopo qualche stagione positiva in A, riscendere in B e poi addirittura in C1. Dopo il ritiro è diventato allenatore a livello locale. Insieme a Beppe Tomasini e Matteo Villa ha parlato ai microfoni de L’Unione Sarda.

LOTTA SALVEZZA. Il Crotone potrebbe finire in difficoltà, secondo Piras: “Guardo il calendario, quello dei calabresi è il più difficile. Due scontri diretti con Sassuolo e Chievo, poi Lazio e Napoli. Ma ora la cosa più importante è stare tutti vicini alla squadra. Come ha fatto la Nord domenica col Bologna”. Dove fare punti? “Genova e Firenze sono due trasferte in cui si possono fare punti. Contro la Roma molto dipenderà dal risultato dei giallorossi in Champions col Liverpool”.

PROSSIMA STAGIONE. Simbolo della Sardegna, Piras vuole un Cagliari più radicato sul territorio e sull’identità isolana: “L’anno prossimo si dovrebbe puntare su una squadra con qualche sardo in più. Cossu smetterà, per Sau potrebbe essere l’ultimo anno al Cagliari, Barella non so se potrà essere trattenuto, a meno che non si facciano investimenti importanti, che io però farei piuttosto sul settore giovanile. Allenatore? È un falso problema. A me López è piaciuto per la fase difensiva. Magari potrebbe essere affiancato da un altro collaboratore per la fase offensiva, anche per sfruttare meglio Pavoletti”.